Sale la tensione a Torino per l’arrivo di Simone Di Stefano, leader di Casa Pound e candidato alle prossime elezioni, a Torino per un appuntamento della campagna elettorale.
Nel corso di una perquisizione, la Digos ha arrestato Donato Laviola, militante del centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita. Nell’abitazione dell’uomo gli agenti hanno trovato una bomboletta di gas lacrimogeno, che solo la polizia è autorizzata a utilizzare.
Oggi alle 21, all’hotel Nh di corso Vittorio Emanuele 104, Di Stefano presenterà i candidati torinesi alle elezioni (Erika Milano, Angela Vacca, Marco Racca e Gianni Gamba) e il suo programma politico che prevede “tre cose per tutti gli italiani: casa, lavoro e figli”. L’evento inizialmente era previsto alla Gam, ma all’ultimo momento la fondazione Torino Musei ha deciso di negare la sala per motivi di ordine pubblico.
Sulla pagina Facebook cittadina del movimento di estrema destra, che ha più di 18mila mi piace, un’ora fa è comparso un post che invita tutti a partecipare all’incontro di questa sera: “contro chi vorrebbe tappare la bocca all’unico movimento che pensa realmente all’Italia per ritrovare la nostra sovranità”.
La reazione da parte dei centri sociali non si è fatta attendere. Askatasuna, Bollettino antifascista San Salvario e Giovani antifascisti Torino, si sono mobilitati per organizzare una contromanifestazione che partirà alle 19 da piazza Carlo Felice. L’obiettivo è quello di impedire il comizio di Di Stefano. Lo slogan usato dai militanti è “Staniamo DiStefano: Torino non vuole Casa Pound”, con un manifesto che invita ad accoglierlo “come si merita” e per il momento interessa a 444 persone.
Mentre continuano le perquisizioni nelle case dei militanti da parte della Digos, da oggi pomeriggio il centro si annuncia blindato, con più di cento uomini delle forze armate pronti a intervenire per evitare gli scontri.