Febbraio 2016. Oltre al danno della sconfitta agli Australian Open contro il “cannibale” Djokovic, per Federer arriva la beffa dell’infortunio al menisco procurato mentre preparava un bagno alle figlie, 24 ore dopo la semifinale di Melbourne. L’operazione al ginocchio è il momento più difficile dei quattro anni e mezzo senza Slam dello svizzero, il preludio a un 2016 da dimenticare, senza neanche un titolo conquistato.
Roger Federer ?? having a blast in Rotterdam ?
Will the Swiss maestro become No.1⃣ today? pic.twitter.com/993ci97v0s
— ABN AMRO WTT (@abnamrowtt) 16 febbraio 2018
Il ritorno del Re
Due anni dopo Roger Federer è a quota venti Slam e a una vittoria di distanza dal ritornare numero 1 del mondo. L’ultimo ostacolo si chiama Robin Haase (n.42 del mondo), che affronterà stasera nei quarti di finale del torneo ATP 500 di Rotterdam. L’olandese avrà l’arduo compito di non interpretare il ruolo della classica vittima sacrificale, ruolo che gli avversari dello svizzero hanno imparato a vivere sulla propria pelle. Negli ultimi dodici mesi, l’invidiabile record dell’elvetico è di 61 vittorie e 5 sconfitte, un rullo compressore che ha investito anche la sua nemesi di giovinezza Nadal, battuto quattro volte su quattro.
A un passo dal trono
Fino a qualche mese fa, Federer dichiarava di non essere troppo interessato alla vetta del ranking mondiale, la priorità erano solo gli Slam. Dopo aver raggiunto il ventesimo Major, però, deve essere scattato qualcosa nella testa dello svizzero. Solitamente febbraio è un mese di transizione per i big, dedicato a recuperare energie dopo le fatiche degli Australian Open e a preparare i due Masters 1000 americani di marzo. Ma con soli 155 punti a separarlo dallo scettro, “The King” ha deciso di stravolgere il suo calendario per cercare di riprendersi il trono mondiale, sul quale è già stato seduto in carriera per 302 settimane.
?20. ❤️ pic.twitter.com/WqUiSo3fd5
— Roger Federer (@rogerfederer) 28 gennaio 2018
Record da numero 1
Potrebbe essere un primato dalla durata effimera, visto che a marzo sarà costretto a confermare i 2000 punti vinti l’anno scorso tra Indian Wells e Miami, ma risalire sul gradino più alto della classifica avrebbe un significato fortemente simbolico. Federer tornerebbe in cima al ranking dopo 1930 giorni, quando Djokovic nel novembre 2012 mise fine al suo terzo interregno. Supererebbe Rafa Nadal, il rivale di una vita e l’unico capace di tenere il ritmo degli ultimi mesi dell’elvetico. E a 36 anni, 6 mesi e 8 giorni diventerebbe il più vecchio numero 1 della storia del tennis, frantumando il record di Agassi (33 anni e 131 giorni nel 2003) e lanciando indirettamente un segnale ai giovani della “Next Gen”, che ancora stentano a decollare nei grandi appuntamenti. “L’età non è un limite, semmai solo un numero” ripete Federer da qualche mese. Parole da numero 1, Haase permettendo.