“Voi non avete niente a che fare con il mio caso”. Concetta Candido si è subito dissociata dai cittadini del Comitato popolare Vallette Lucento, che hanno fatto irruzione al Circolo dei Lettori mentre Gad Lerner stava presentando il libro che racconta la sua storia: a giugno 2017 la donna si era data fuoco all’interno dell’Inps di Torino perché dopo il licenziamento non aveva ricevuto né la liquidazione né il sussidio di disoccupazione. Nel mirino dei contestatori la sindaca Chiara Appendino, presente a un incontro pubblico dopo settimane di assenza. L’accusa nei confronti della prima cittadina è di non aver mantenuto la promessa di sedersi a un tavolo di trattative per parlare di emergenza abitativa e degrado delle periferie. Una ventina di persone del comitato hanno provato a entrare nella sala, con in mano uno striscione provocatorio da consegnare ad Appendino, ma sono stati ricacciati all’esterno dagli uomini della sicurezza.
“La sindaca non mantiene le promesse e non si fa vedere in pubblico, oggi era un’occasione da cogliere per far sentire la nostra voce”, spiega agitato Thomas Lussi, uno dei coordinatori del movimento Vallette Lucento. Il caos scatenato in sala dalle proteste ha interrotto la presentazione, mentre Appendino si sedeva a parlare a fianco della Candido. Dal pubblico sono volate parole pesanti all’indirizzo della prima cittadina. Hanno invece preso le distanze dalla contestazione i due lavoratori della Fondazione Torino Musei in sala. “Condividiamo i motivi della loro rabbia, ma hanno sbagliato i modi e il momento di esprimerla – puntualizza Massimiliano Brunzin Ponte, custode del Borgo medievale e tra i 28 dipendenti della Fondazione dei musei civici torinesi per i quali a dicembre era stato annunciato il licenziamento. “Noi abbiamo scelto di venire qui in rappresentanza, ma non abbiamo voluto protestare per rispetto alla storia di Concetta. Lo avevamo promesso a suo fratello Giuseppe”, prosegue Ponte.
Dopo un paio d’ore la sindaca Chiara Appendino ha commentato quanto successo in via Bogino. “Fermo restando che il diritto alla contestazione è sacrosanto, mi accusano di aver disatteso promesse che non ho mai fatto. Cosa che ho sottolineato anche nella lettera con cui una settimana fa ho risposto loro, prendendo alcuni impegni che riguardano tutte le persone in emergenza abitativa – ha scritto su Facebook la prima cittadina – Vorrei ribadire con la massima fermezza: chi pensa di ottenere qualcosa alzando la voce più degli altri, magari mettendosi a favore di telecamera, si sbaglia, di grosso. Mi scuso a nome della città con chi questa sera è stato involontario spettatore di uno spettacolo che certo non rende buon credito alla nostra Comunità”.