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Regina Margherita, i professori in sciopero contro la preside

“Preside sceriffo, no grazie” e “Regina Margherita contro l’autoritarismo”. Questi i due striscioni esibiti di fronte all’Ufficio scolastico regionale, dove dalle 9.30 decine di studenti e professori del liceo di via Valperga Caluso si sono ritrovati per protestare contro “gli atteggiamenti intimidatori” della dirigente scolastica, Marianeve Rossi. Come un arbitro dal cartellino facile, la preside, in carica dallo scorso settembre, ha dispensato provvedimenti disciplinari nei confronti di diversi docenti. Persino ai due rappresentanti sindacali dell’istituto, colpevoli di aver organizzato, senza il suo consenso, una riunione straordinaria dopo le dimissioni dei collaboratori.

Urla, insulti davanti a colleghi e studenti, prese di posizione singolari per corroborare il suo potere decisionale. Sono le accuse che gli insegnanti della scuola di via Valperga Caluso imputano alla dirigente, come nel caso dell’ex vice preside, costretta alle dimissioni dopo dodici anni di servizio: la dirigente le avrebbe imposto di trasferire la cattedra nel proprio ufficio, per controllare il suo operato da vicino. Già in passato Rossi era stata accusata di comportamenti autoritari nella sua precedente esperienza a capo dell’istituto Fermi-Nervi di Alessandria, tanto che duecento studenti si erano rivolti all’Ufficio scolastico regionale per segnalare la sua condotta sopra le righe. “Io con lei ho avuto sempre un rapporto perfetto – spiega una docente di Educazione Fisica – La considero anche competente, ma ciò non toglie che abbia creato un clima assurdo, destabilizzando l’ambiente con atteggiamenti bipolari nei confronti di molti colleghi”.

 

Il presidio davanti all’ufficio scolastico regionale per protestare contro la preside del Regina Margherita

 

A sua difesa, la preside si è affidata al sindacato dei dirigenti scolastici, che ha sottolineato come la dirigente abbia “fatto il suo dovere”, legittimando così le sanzioni ai danni dei rappresentanti sindacali per un’assemblea definita “illegittima”. “Lesa maestà! Come si è permessa una dirigente di avviare dei procedimenti disciplinari nei confronti degli intoccabili protetti dalle rispettive organizzazioni sindacali, pronte a sobillare i docenti e a organizzare azioni di protesta sotto l’Usr con false motivazioni?”, si legge in tono ironico nel comunicato. E mentre i sindacati erano convocati dal vicedirettore dell’Usr, Giuseppe Bordonaro, i docenti invocavano a gran voce un passo indietro di Rossi. “Sono stata coperta di urla davanti ai colleghi solo perché mio figlio si laureava e avevo chiesto di uscire un paio d’ore prima – racconta un’insegnante – È una situazione vergognosa. Per colpa sua sono crollate le iscrizioni e molti di noi rischiano di perdere il posto”.

Nelle scorse settimane l’ente diretto da Fabrizio Manca era già stato chiamato in causa sulla questione, cercando una mediazione tra le due parti. Delle due soluzioni proposte, Rossi ha accettato il commissariamento dell’istituto, ma si è rifiutata di ritirare le sanzioni disciplinari. Così si è concretizzato lo sciopero di oggi, inizialmente previsto per il 22 dicembre. Al presidio hanno partecipato anche  molti studenti. “Contro di noi la preside non ha fatto nulla direttamente – spiega il rappresentante d’Istituto Pietro Morello – Però i suoi atteggiamenti non lasciano tranquilli i professori e noi ne risentiamo. Non possiamo andare avanti così. Un esempio? Le classi quinte sono senza orientamento per l’università”.

Questa mattina la preside è arrivata a a scuola intorno alle 12, mentre nelle ore precedenti ha regnato il caos. Alcuni studenti hanno occupato il terzo piano, lanciando gavettoni dalle finestre, da dove si sentono urla e schiamazzi. “Fateci uscire, questa scuola fa schifo. Ci hanno chiuso i bagni”, urlavano alcuni di loro. Una situazione ingestibile per il personale Ata con sole 4 persone in servizio. Un clima surreale in quello che dovrebbe essere un luogo di formazione.

EMANUELE GRANELLI
FEDERICO PARODI

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