Piccole meraviglie a pochi chilometri eppure poco conosciute. Sono i 227 borghi italiani con un’offerta turistica di altissimo livello che il Touring Club Italiano ha premiato lunedì 22 gennaio a Genova con la Bandiera arancione. Fra le regioni più ricche di posti da scoprire il Piemonte è al secondo posto (dopo la Toscana), che ha confermato i Comuni premiati negli scorsi anni e ne ha aggiunti quattro nuovi: Aglié (Torino), Chiusa di Pesio (Cuneo), Gavi e Ozzano Monferrato (Alessandria). Mete a cui spesso non si pensa per una gita nel weekend ma ricche di luoghi da visitare e in grado di accogliere i visitatori con gentilezza, professionalità e ottimi prodotti agro-alimentari.
UN MARCHIO DI QUALITÀ
Nato nel 1998, da vent’anni il marchio del Tci garantisce la bellezza dei posti e la qualità delle strutture ricettive dei Comuni premiati con la Bandiera arancione. “La valutazione prende in considerazione oltre 250 criteri”, spiega Andrea Bora, direttore delle strategie territoriali della storica associazione turistica. Lo staff analizza le candidature inviate dai Comuni e verifica le informazioni con sopralluoghi anonimi. “Gli ispettori comportano come turisti che visitano il borgo per la prima volta”, racconta Bora, “per cui fra i parametri controllati ci sono anche la chiarezza della segnaletica stradale, la presenza di punti di informazione online e in loco, i trasporti interni”. Avere quindi tesori da scoprire non basta se poi per raggiungerli si è costretti a ricorrere a Google Maps. Non solo, “possedere una chiesa meravigliosa ma che è sempre chiusa è come non averla”, specifica Bora, che aggiunge: “Teniamo conto anche di quelle sensazioni che non si possono quantificare ma che, quando torniamo a casa, ci fanno sentire di essere stati in un luogo particolare”.
UN MONITORAGGIO COSTANTE
Conquistare una Bandiera arancione del Tci non è semplice, per questo su oltre 2.800 Comuni che hanno presentato la candidatura l’ha ottenuta solo l’8%. Oltre a offrire attrazioni turistiche accessibili e strutture ricettive valide, le amministrazioni devono mostrarsi attente alla qualità ambientale e garantire un calendario di eventi ricco e ben distribuito lungo l’anno. Fattori che vengono monitorati costantemente e riconfermati, oppure no, ogni tre anni. Una Bandiera arancione, infatti, non è per sempre: se gli standard non vengono mantenuti o migliorati il Tci ritira il proprio marchio, com’è avvenuto ai Comuni di Altomonte (Cosenza), Ultimo (Bolzano), Mussomeli e Sutera (entrambi in provincia di Caltanissetta), che potranno eventualmente ricandidarsi nel 2020.
SI PUÒ SEMPRE MIGLIORARE
Lo scopo del Tci non è premiare o punire ma migliorare l’offerta turistica in Italia. Per questo sia chi ottiene il marchio sia chi non viene considerato idoneo riceve un ‘piano di miglioramento’. “Ai Comuni che non hanno avuto il riconoscimento viene segnalato che cosa non va e come possono progredire – sottolinea Bora – E la stessa cosa vale per chi può vantare il marchio del Tci. Perché si può sempre migliorare”. Non è merito solo della Bandiera arancione ma i borghi premiati hanno incrementato gli arrivi turistici del 45% e le presenze del 33%, confermando che si tratta di un’ottima opportunità sia per i turisti sia per i paesi coinvolti.
I BORGHI PIEMONTESI
Per chi parte alla scoperta del Piemonte le cose da scoprire sono parecchie e i borghi appena entrati nella lista del Tci ne aggiungono di nuove. Se si capita ad Aglié nelle vacanze di Pasqua, ad esempio, dopo aver visitato il Castello e il centro storico, conviene fare una pausa per assaggiare il biciulant d’ausan, un dolce tipico del periodo pasquale, o acquistare un ricamo a chiacchierino. Il paesaggio collinare e i prodotti enogastronomici, oltre al Forte, sono fra i punti di forza di Gavi – famoso per il vino omonimo – mentre Ozzano Monferrato offre un efficiente servizio di informazione turistica. Da non perdere, infine, la Certosa di Chiusa di Pesio nel Cuneese.