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Da dieci anni Mozart a Torino è una popstar: il 27 e il 28 la maratona Nacht und Tag

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Come fa un artista del ‘700 a essere pop nel 2018? Lo dimostra la decima edizione di Tag und Nacht, la maratona di concerti dedicata a Wolfgang Amadeus Mozart, che si terrà il prossimo 27 e 28 gennaio, per celebrare la nascita del compositore viennese. L’artista sarà omaggiato da una lunga serie di appuntamenti: 120 concerti di 460 musicisti coinvolti, per oltre 50 ore di musica consecutive a ingresso gratuito a tutti gli orari.

“Mozart ha ancora tanto da dire: capirlo però è facile, proprio grazie al suo linguaggio limpido, alle armonie che sembrano ricchissime ma in realtà sono composte da poche note”, racconta Francesco Mazzonetto, pianista torinese ventenne. Il giovane musicista parteciperà alla maratona con una sonata per pianoforte e violino e con un pezzo per pianoforte e quartetto d’archi. “Mozart è ancora attualissimo: nelle sue composizioni c’è la rappresentazione di tutti gli stati d’animo, rappresentati in maniera così vivida che tutti possono apprezzarlo”, conferma Giorgia Delorenzi, che ha studiato pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi ed è tornata nello stesso istituto da pianista accompagnatrice. Al festival si esibirà da solista con una sonata e un pezzo ispirato al compositore austriaco di Roberto Piana.

Insomma, Mozart ha ancora più di qualcosa da dire, anche a oltre duecento anni dalla sua nascita. E uno dei modi migliori per raccontarlo, stando agli artisti che parteciperanno, è proprio un evento vissuto a più tappe nella città. “Questa maratona ha il grande merito di coinvolgere diversi punti di Torino, dando a tutti la possibilità di avvicinarsi e partecipare – dice Delorenzi -. La cosa più bella è quando si gira l’angolo e si sente la musica nell’aria, quando si vedono le signore con le buste del mercato che prima di tornare a casa si fermano ad ascoltare qualche nota, o i genitori che vengono con i bambini per assistere a un concerto”. Un altro successo della maratona, dice Mazzonetto, è di esser riuscita ad attirare in città un gran numero di artisti di fuori Torino: “Quest’anno suono con un quartetto d’archi toscano. Il fatto che il festival stia stimolando interesse in tutta Italia è una prova del fatto che la città si stia aprendo sempre di più”.

L’iniziativa va in scena in un periodo non molto felice per la cultura torinese, che negli ultimi anni ha subito tagli importanti. Ma il problema non è solo qui, secondo gli artisti. “È una crisi che va al di là dei confini cittadini”, spiega Mazzonetto. “La comunicazione della cultura è carente. Inoltre, manca il ricambio generazionale: è sempre più difficile che i giovani si appassionino alla classica. Ma se i ragazzi non vengono a teatro, portiamo noi il teatro ai ragazzi. Sto cercando di organizzare un programma di concerti nelle scuole, mi è già capitato di suonarci e i ragazzi erano davvero entusiasti”. È d’accordo Delorenzi: “Quello di cui sento maggiormente la mancanza sono i festival in piazza dedicati alla musica di Mozart e Beethoven. Esistono ancora, ma ora sono molto meno coinvolgenti: questo ha allontanato chi si avvicinava per curiosità ai concerti. Oggi restano solo i fruitori abituali”.

Un ottimo motivo per rafforzare la maratona del 27 gennaio, in primo luogo partecipando da spettatore. “Nel festival c’è tutto quello che serve per coinvolgere: l’informalità e l’accoglienza unita a un sentire comune – conclude Delorenzi-. La qualità è alta, l’impegno tantissimo, ma durante la maratona si pensa soltanto alla musica e a come restituire al meglio Mozart”.

LISA DI GIUSEPPE

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