Quando nel marzo del 2014 la Uefa – federazione europea del calcio – diede conferma del progetto di riportare in vita l’antica Coppa delle Nazioni per farne una sorta di campionato per rapresentative nazionali, scetticismo e nostalgia sono stati i sentimenti più diffusi. Ora la Nations League ha preso definitivamente corpo a Losanna con il sorteggio dei gironi della prima fase e il senso di attesa cresce per vedere come questo torneo cambierà il calcio europeo.
Buon sorteggio nella “lega A” per l’Italia, che è stata inserita nel girone 3 insieme ai Campioni d’Europa del Portogallo, capitanati da Cristiano Ronaldo, e alla Polonia del bomber Robert Lewandowski. Le due avversarie degli azzuri hanno dato vita a un appassionante match nei quarti degli ultimi Europei.
Gli altri gironi della categoria maggiore vedono due raggruppamenti di ferro come il primo, che comprende i Campioni del Mondo della Germania, la Francia e l’Olanda, e il quarto, con Spagna, Inghilterra e Croazia. Nel gruppo 2, infine, figurano Belgio, Svizzera e Islanda. Prima giornata prevista per il 6-8 settembre di quest’anno.
A margine del sorteggio è stato svelato anche il trofeo che sarà alzato dai vincitori della competizione. Si tratta di una riproduzione plaztica del logo della Nations – una bandiera con forme geometriche variopinte, a rappresentare la varietà dei colori delle maglie e il meccanismo di promozioni e retrocessioni -, realizzato da un’azienda italiana.
Vediamo come funziona la nuova competizione.
Come funziona il meccanismo della Nations League? La manifestazione ha la medesima struttura dei campionati nazionali, con un sistema di promozioni e retrocessioni simile a quello della Coppa Davis di tennis. Si parte dalla fotografia della classifica delle nazioni, il famigerato ranking, che ordina le 55 federazioni continentali secondo un punteggio ottenuto dalle squadre di club e dalle nazionali. Nella lega A giocano le prime 12 della lista, e così via, scendendo per formare le quattro categorie di merito. A ogni livello le squadre sono state divise in 4 gironi, da tre o quattro squadre, con partite di andata e ritorno. Alla fine della prima fase, che si svolge con cadenza biennale da settembre a novembre, le ultime di ogni girone vengono retrocesse e le prime vengono promosse, mentre le vincenti dei quattro gironi di serie A si giocano il trofeo nella final four conclusiva, che prevede semifinali in gara secca e finalissima, da giocare in un’unica location, nell’arco di un fine settimana di giugno. Nello specifico per questa prima edizione saranno dal 5 al 9 giugno 2019.
Con la Nations spariranno le qualificazioni? La Nations League non sostituisce i classici gironi di qualificazione ai tornei estivi – Europei e Mondiali -, ma li affianca. Il nuovo torneo rinnova la modalità di sorteggio e di selezione delle squadre. I gruppi non inizieranno più a settembre ma a marzo e verranno composti secondo le classifiche della prima fase della Nations. Il sorteggio vedrà in prima fascia le 10 migliori della “serie A” e in seconda fascia le restanti due della “A” e le prime otto della “serie B”, proseguendo in questo modo fino alla quarta lega. Per esempio, per quanto riguarda gli Europei, le qualificazioni assegneranno 20 posti, mentre per i restanti 4 si guarderà ancora la Nations: le squadre migliori di ogni serie, non ancora qualificate, andranno agli spareggi. Sulla carta, una possibilità in più per le piccole federazioni di partecipare ai grandi tornei.
Occupando la maggior parte delle date libere della stagione, la Nations League è destinata a far sparire le amichevoli? L’obiettivo dichiarato della nuova competizione in effetti sarebbe quello di eliminare le partite amichevoli, ovvero quei match che non contano nulla per il risultato sportivo, ma valgono come allenamenti remunerativi e occasioni di mettersi in mostra per qualche giocatore poco utilizzato, o anche per testare i debuttanti. Nelle intenzioni della federazione europea, la Nations vuole essere l’alternativa competitiva a incontri che ormai rivestono scarso interesse per sponsor e televisioni e che finiscono per essere un fardello anche per i club. Questi ultimi sono costretti ad assistere con apprensione alle amichevoli, sperando che i loro giocatori vengano utilizzati il meno possibile, per evitare infortuni.
Quali sono le prospettive del calcio europeo? In una recente intervista a La Gazzetta dello Sport, il direttore delle competizioni Uefa, l’italiano Giorgio Marchetti, ha detto che «la Nations creerà più spettacolo: sarà un po’ come le competizioni per club, un grande torneo a gruppi, con finali a eliminazione diretta, per nazionali. L’Uefa gestisce alla grande gli uni e gli altri, negli spazi riservati dal calendario internazionale». Spazi intasati, che la nuova manifestazione non libererà. Con l’aumento della competitività e la scomparsa delle amichevoli – soltanto teorica, visto che la cadenza è biennale e che comunque sono previsti turni di riposo in alcuni gironi, oltre a due week-end liberi per chi non si gioca finali o qualificazione ai playoff -, i selezionatori delle nazionali non potranno certo permettersi di fare grossi cambi in rosa, sapendo di giocarsi sempre punti decisivi per la vittoria o per la permanenza in una delle categorie.
All’annuncio del nuovo torneo, la European Club Association – organizzazione che riunisce i top club del pallone europeo, presieduta oggi dal numero uno della Juventus Andrea Agnelli – aveva rilasciato un comunicato in cui manifestava apprezzamento per la Nations, sostenendo che i giocatori non avrebbero più dovuto viaggiare per il mondo per giocare amichevoli. Questo è vero, tuttavia i calciatori extra-comunitari continueranno a cambiare fuso orario per rappresentare il proprio Paese nelle qualificazioni e nei tornei continentali. In aggiunta, sono ancora numerose le date del calendario che aprono la porta all’organizzazione di partite valide soltanto per la gloria. La Nations, poi, si presenta come torneo meritocratico, dove chi non mette in campo la giusta performance va incontro alla retrocessione e chi va oltre i propri limiti viene promosso. Il rischio è grave per le nazionali di primo livello come l’Italia, che potrebbe pagare caro un momento storico confuso e poco favorevole. In caso di caduta nelle serie inferiori, il danno economico e di competitività sarebbe serio.