Sguardi, parole e racconti di quarantasette persone, 47 detenuti che scontano la pena nel carcere di Media e Alta Sicurezza “Rodolfo Morandi” di Saluzzo. Hanno prestato le loro storie a Emanuela Savio e i loro volti a Davide Dutto, per il progetto di scrittura creativa “Evasioni”. Ne sono nati un libro e una mostra fotografica, EVASIONI 47 storie, all’Urp di via dell’Arsenale 14, fino al 21 febbraio.
“I detenuti hanno un grandissimo bisogno di parlare – racconta Emanuela Savio – per loro il rispetto e l’ascolto sono la forma di riabilitazione più grande”. Sentire le loro voci invece è un modo per conoscere il carcere, una realtà lenta e chiusa, ancora troppo lontana dal resto del mondo. L’obiettivo del progetto è creare un dialogo tra dentro e fuori, riportando la realtà dimenticata al di là del muro, nella civiltà.
“Ho ritratto i ragazzi nella loro vita quotidiana – spiega il fotografo Davide Dutto – in mezzo ad aule, corridoi dei reparti, lavanderie, passeggi. L’idea era quella di ritagliare le loro abitudini, immortalandoli in gesti semplici mentre guardano in camera”.
Il libro contiene anche la storia di Marco Carnazza che a Saluzzo ha trascorso oltre 17 anni e ora vive con moglie e figlia. “Il carcere toglie tempo e spazio ma dà modo di pensare – ricorda commosso – Ascoltare e raccontarsi è indispensabile per non ricadere negli stessi errori. Parlare con le scuole aiuta i ragazzi a non commettere certi sbagli, può essere un buon deterrente. E poi è stata la mia salvezza, uno dei modi per riscattarmi”.