C’è cosi poco rumore il lunedì mattina a Porta Susa, che risuonano nitide le musichette natalizie fuori tempo degli spot pubblicitari mandati a rullo sui display. Di persone ce ne sono poche, la maggior parte attende il treno sui binari o è in fila per acquistare il biglietto. E sulle vetrine dei negozi vuoti, si ripete il cartello con la scritta “locale in allestimento”.
A cinque anni dal taglio del nastro quelle parole più che una promessa sembrano una falsa speranza. Di attività aperte, infatti, ce ne sono solo quattro: l’edicola di Massimiliano Borlengo al piano di sopra e tre bar, tutti della stessa catena commerciale. Poi ci sono gli uffici delle compagnie ferroviarie e dei trasporti (Trenitalia, Italo e Gtt) e le sedi delle forze dell’Ordine. Il resto, oltre cinquemila metri quadri, è deserto.
“L’affluenza dei viaggiatori dipende dall’orario, questa mattina la stazione era pienissima”, assicura una dipendente del bar in un momento di pausa. Di più non può dire, non ha il permesso. Diverso è per l’edicolante Massimiliano Borlengo, lui la situazione l’ha segnalata più volte. “Da quando ci siamo spostati dall’ex stazione, dove eravamo dal 2007, c’è stato un totale peggioramento – dice -. Qui siamo nascosti e l’affitto è molto caro. Abbiamo provato a chiedere una riduzione del prezzo ma ai referenti delle Ferrovie non importa se andiamo via. Se mi sono pentito? Sì, non c’è paragone e se allo scadere del contratto troverò qualcosa lascerò la stazione. Qui è una desolazione”.
La sua edicola è approdata nella galleria un mese dopo l’inaugurazione. È l’unica, assieme a uno dei tre bar, a occupare spazi del primo piano. Le altre balconate, vuote, sono chiuse da transenne e da segnali per vietare l’accesso. Come sono interdette gran parte delle terrazze di 1.800 mq. Nonostante questo, non è semplice trovarla se non si seguono le indicazioni scritte dai titolari su un cartello, “per quello ufficiale servirebbero 6mila euro annuali”.
Di notte, poi, la stazione chiude i battenti: l’ultimo treno è il regionale veloce che parte da Milano Centrale alle 23.18, arriva alle 00.58. All’una, Porta Susa abbassa le serrande fino alle 4 del mattino. Le attività commerciali e i servizi aprono diverse ore dopo, intorno alle 5.30. Gli ultimi sono i bagni pubblici alle 6.30, per poi richiudere alle 21.45.
All’inaugurazione il 14 gennaio 2013, però, gli obiettivi per la galleria di acciaio e vetro, di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) erano ambiziosi. Quando dopo sette anni di cantieri e 79 milioni di euro, il premier Mario Monti tagliò il nastro, la struttura che sostituiva la vecchia stazione era destinata a essere tra le più tecnologiche e moderne. Un’attrazione per la città di Torino che nel 2013 vinse il premio “Migliore stazione di grosse dimensioni Ue 2013”, pensata con diversi spazi per ristoranti e negozi rimasta potenziale.
“Sono circa 5.000 i metri quadri da sfruttare commercialmente dentro Porta Susa – spiegano da Rfi -, il bando di gara è in fase di preparazione e dovrebbe essere pubblicato entro il 2018. Gli spazi già occupati, invece, sono pari a 1.600 mq tra locali di servizio e attività commerciali”.
Anche le speranze per il Mercato Metropolitano nell’ex stazione storica, che doveva essere il fiore all’occhiello per lo shopping culinario, sono tramontate. Dopo 10 mesi in piazza XVIII Dicembre e un contratto di affitto di circa 30mila euro per mille metri quadri, infatti, la società ha deciso di lasciare lo stabile. Quel che rimane è una struttura di oltre 5mila metri quadrati vuota, sui quali è prevista la realizzazione di 5.246 metri quadri di superficie complessiva utilizzabile, di cui 1.800 nel fabbricato di stazione. In vendita dallo scorso luglio per 6,1 milioni di euro, finora nessuna offerta è stata presentata. “Sarà un nuovo cuore pulsante della città, accessibile, attrattivo e sostenibile”, si leggeva sul sito di Gruppo Fs Italiane in occasione dell’apertura del bando di gara.
“È necessario ragionare su tutta la zona non solo su Porta Susa – sottolinea l’assessore al Commercio di Torino, Alberto Sacco –. Abbiamo incontrato diverse volte i referenti del Gruppo Ferrovie e ora che il bando per l’ex stazione è andato deserto lo faremo nuovamente per capire quali siano le intenzioni. L’idea dell’albergo, vista la posizione strategica, è buona ma la cifra richiesta è considerata eccessiva dagli operatori del settore”.
Perplessità anche da parte della presidente Ascom Torino, Maria Luisa Coppa: “Porta Susa è cambiata in modo egregio dal punto di vista architettonico ma non è detto che aumenti l’interesse commerciale. Evidentemente non c’è nelle aziende la sensazione che la stazione possa essere un posto appetibile, bisogna pensare qualcosa di diverso. In alcuni casi, bisogna fare ponti d’oro per avvicinare le imprese, spetta alla proprietà capire se creare agevolazioni, magari affitti gratis, o non avere il commercio”.