Il rapporto tra i giovani e la città in cui vivono è stretto e bidirezionale: si influenzano a vicenda e hanno bisogno gli uni dell’altra. E Torino non fa eccezione: di questo si discuterà nell’incontro di #UnitoPerTorino di domani alle 17 alla Cavallerizza. I panelist portano punti di vista diversi e differenti idee per il futuro, con l’obiettivo comune di costruire un dialogo per i giovani e Torino che possa andare al di là dell’aspetto politico e che – si spera – possa continuare anche dopo l’election day del 4 marzo. Lo ha sottolineato con forza Luigi Botta, Presidente del Consiglio degli Studenti di Unito: “ho aderito perché spero che questo non sia un evento autocelebrativo dell’università o una rampa di lancio per posizionamenti pubblici in vista delle elezioni, ma un modo per aprire un dialogo”.
Cosa l’università e la pubblica amministrazione possono fare per i giovani, e viceversa: questo il tema principale. Lo spiega Giovanni Semi, Professore associato del Dipartimento di Culture, Politica e Società di UniTo, secondo cui il ruolo delle istituzioni e dell’organismo economico è molto rapace: considerano i giovani come consumatori, “come dei limoni da spremere. Domani speriamo di rovesciare questa prospettiva: cosa possiamo fare di loro oltre a spremerli?”. Tra UniTo e PoliTo la popolazione universitaria è di 100mila studenti, su una cittadina in continua decrescita dal 2008: i giovani svecchiano la città e introducono esperienze urbane diverse e spesso innovative.
Botta e Semi rappresentano due mondi diversi: studente ventiduenne di Giurisprudenza il primo, professore di sociologia il secondo. Entrambi però nominano gli stessi temi: mobilità urbana, caro-affitti, sfruttamento del lavoro giovanile, economia notturna. Botta ragiona sullo spostamento delle facoltà scientifiche in un unico polo a Grugliasco: “non voglio entrare nel merito della proposta, vorrei solo far notare che senza mezzi pubblici arrivare in cintura è molto difficile: anche le necessità dei giovani incidono, spesso in maniera positiva, sulla vita cittadina”. Semi punta il dito contro gli attuali finanziamenti universitari: “abbiamo molte borse di studio per i laureandi e gli studenti, ma quasi niente per il dopo laurea, che è il momento in cui un finanziamento serve di più: basta solo pensare alle start up e all’industria 4.0”.
L’appuntamento è per venerdì 12 gennaio alle 17 presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale.