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Zerocalcare a Torino: “Macerie prime rischia di essere banalizzato dalla sintesi giornalistica”

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Michele Rech, in arte Zerocalcare, convive con diverse paure. L’ansia che il nuovo libro “faccia schifo”, l’angoscia di essere il megafono delle battaglie politico-sociali di tutti, il senso di colpa sulla distanza tra il proprio successo e lo sgretolamento delle ambizioni altrui. Al Circolo dei Lettori, con felpa e cappuccio d’ordinanza, il fumettista romano condivide una nuova paura sul suo ultimo lavoro, Macerie Prime (edito da Bao Publishing): “Rischia di essere banalizzato dalla sintesi giornalistica. Mi ritrovo molte volte a dover spiegare il libro a persone che hanno letto solo un commento o una recensione sul giornale”.

Dopo la stoccata ai media sull’assenza del senso della misura nel trattare la notizia del presunto giro di spaccio al liceo Virgilio di Roma, Zerocalcare sottolinea l’impossibilità di raccontare un libro nella sua complessità, riducendo e semplificando i concetti all’estremo. “Nelle mie storie c’è un’implicita fiducia col lettore nel raccontare correttamente le persone”.

Macerie prime mette al centro proprio le persone vere, com’è cambiata la loro vita e, di conseguenza, anche quella dei personaggi dei fumetti. “Rispetto a qualche anno fa sono cambiati i discorsi con i miei amici: ora si parla di fallimenti lavorativi, problemi economici e di quella sensazione di immobilità che, con l’età, cominciamo a percepire da soli. Ho riallineato le vite dei personaggi con quelle che mi stanno attorno nella vita reale”. La prima parte di un fumetto corale (la seconda uscirà tra sei mesi) che si preannuncia un altro grande successo. “All’inizio pensavo di rivolgermi a una stretta riserva indiana di persone. Condividere lo stesso contesto per molti anni ha aiutato ad arrivare al cuore di tanta gente”.

EMANUELE GRANELLI

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