Sale l’età media di diagnosi dell’Hiv, la cui incidenza resta maggiore negli uomini, ma non si registra un aumento dei casi. Il calo, ormai costante dal 2010 in avanti, coincide però con una stabilizzazione dei decessi. Secondo i dati più aggiornati dell’Istituto Superiore di Sanità, diffusi in occasione della Giornata mondiale della lotta all’Aids e firmati da Giovanni Rezza, dal 2010 a oggi (dati 2016) i casi in Italia sono passati da più di 4000 a meno di 3500. Nel 2015 sono stati 3444 e l’Italia, per quell’anno, si collocava al tredicesimo posto nell’Unione Europea.
L’incidenza dei casi di Aids
Sono sempre gli uomini a registrare l’incidenza maggiore, primi tra tutti i cosiddetti Msm, uomini che hanno rapporti con altri uomini, unica categoria dove il contagio è in aumento rispetto al 2010. Seguono i maschi eterosessuali. In lieve aumento anche i casi tra gli stranieri che, secondo il report aggiornato al 31 dicembre 2015, sono il 28,8%.
Di nuovo riferito al 2016, secondo i dati parziali diffusi dall’Iss, il 30,7% delle persone effettua il test perché presenta sintomi collegati all’infezione, mentre l’11,3% fa l’accertamento perché collegato ad altre patologie. Solo il 3% lo fa perché scopre l’infezione nel partner.
Prevenzione e informazione
Sono passati più di 25 anni dall’emanazione della legge 135/90, che ha segnato l’indirizzo operativo della lotta all’Aids in Italia. L’informazione in materia è ancora un tema delicato ma ci sono molte realtà che si dedicano proprio a questo scopo. Secondo il rapporto di Lila Onlus la domanda d’informazione di base su Hiv e Aids è molto alta: quasi il 60% delle persone che contatta il numero per avere informazioni chiede come si trasmette l’Hiv, spesso dopo aver avuto un rapporto a rischio. Tra le persone più interessate a conoscere le informazioni ci sono donne eterosessuali, uomini che hanno rapporti a pagamento e gli Msm. Più del 9% si preoccupa invece per contatti che non hanno a che fare con i rapporti sessuali (scambi di sangue o contatti di altro genere).
Il video di Federico Parodi. Gli studenti torinesi sull’Aids: “Prevenzione fondamentale”