Un ballottaggio complicato per le presidenziali in Cile, il conservatore Sebastián Piñera, già presidente dal 2010 al 2014, chiude il primo turno in vantaggio con il 36,6%, ma deve guardare con molta attenzione alle possibilità di rimonta del candidato di centrosinistra Alejandro Guillier, che chiude il primo turno con il 22,7%. Beatriz Sánchez del Frente Amplio raggiunge un inaspettato 20,3% e sfiora la partecipazione al ballottaggio. Il pacchetto di voti della sinistra sarà fondamentale per decidere chi tra Piñera e Guillier entrerà al Palazzo della Moneda con la fascia presidenziale.
Dall’analisi della provenienza dei voti è evidente che i due candidati al ballottaggio dovranno conquistare Santiago, la capitale, dove Beatriz Sánchez ha primeggiato. Il nord del Paese si è schierato con Guillier e il sud con Piñera. Anche il 5,9% dei centristi di Carolina Goic è in palio e i due candidati si stanno mobilitando per attrarre i democristiani. La sfida per Guillier è molto ardua, deve far leva sul sentimento anti-Piñera della sinistra, nonostante le pesanti contestazioni del Frente Amplio alla presidente uscente Michelle Bachelet, legata a Guillier, figlia di una vittima del regime e simbolo del nuovo Cile democratico e progressista.
Piñera è un imprenditore di successo con investimenti nei media e nell’aviazione, secondo Forbes controlla un patrimonio di 1,2 miliardi di dollari. Alejandro Guillier è un volto noto della televisione e della radio, il giornalista politico più famoso del Paese andino. La sfida è aperta per la settima tornata elettorale libera nel Paese dopo la caduta di Augusto Pinochet e il ritorno della democrazia nel 1990.
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È la quinta volta su sette che la presidenza si deciderà al secondo turno, la legge cilena proibisce la candidatura del presidente in carica. Il 17 dicembre il Cile sceglierà se continuare con un governo socialdemocratico o tornare al conservatorismo liberale di Piñera.