Il Piemonte si mobilita contro il gioco d’azzardo. Da questa mattina gli amanti delle slot machine hanno trovato una brutta sorpresa. Una legge regionale, in vigore da oggi, lunedì 20 novembre, prevede infatti che sette macchine su dieci, circa 20 mila su un totale di 29 mila presenti sul territorio piemontese, restino spente. La normativa riguarda tabaccherie e bar che si trovano in un raggio inferiore ai 500 metri da luoghi sensibili come scuole, ospedali, banche, impianti sportivi e chiese. Nei Comuni al di sotto dei 5mila abitanti il limite scende a 300 metri. In caso di contravvenzione si rischia dai 2 ai 6mila euro di multa per macchinetta. Una legge restrittiva criticata dal Ministero del Tesoro che, evocando il danno erariale, aveva chiesto alla Regione di ripensarci.
Gli esercenti non sembrano essere preoccupati dal divieto, solo stupiti di averlo saputo all’ultimo momento. “Abbiamo una sola macchinetta di proprietà della Sisal: sabato ci hanno comunicato che da oggi dovevamo spegnerla – spiega Guido Demarco del Bar Nello di via Santa Giulia –. L’azienda finora ci ha obbligati a tenerla, ma per noi può restare scollegata senza problemi”. Anche il gestore del Bar Tmax di corso San Maurizio è sulla stessa linea: “Mi auguro che portino via le macchinette al più presto: prima c’erano i limiti di orario, dalle 14 alle 18 e dalle 20 alle 24, ora la nuova legge. Francamente sono un po’ stufo”.
Ye Bojun, proprietario del bar Bid Red all’angolo tra via Giulia di Barolo e via Santa Giulia, ha alcune slot rigorosamente spente. “Venerdì il rifornitore mi ha detto che da lunedì avrei dovuto tenerle spente, c’è una legge e non posso discuterla. Tra l’altro il mio locale si trova a pochi metri dalla chiesa al centro della piazza e dalla scuola in fondo alla via”.
Dalla polizia municipale fanno sapere che nella giornata di oggi non sono previsti controlli. Molti vigili urbani sono infatti impegnati nelle strade del capoluogo per via dello sciopero di 24 ore del trasporto pubblico. Se ne riparlerà nei prossimi giorni. Il “game over” non riguarda ovviamente tutti i locali torinesi. C’è anche chi, come il Regina Caffè di corso Regina Margherita, ha scelto da diversi anni di privarsi delle macchinette. “Mio padre ha tolto le slot già quindici anni fa – dice Simone Livigni del Caffè Regina, a due passi da Porta Palazzo – Il motivo? Non gli piaceva l’ambiente, attiravano brutta gente. Secondo me è giusto lasciarle spente”.
Le sale giochi, almeno per il momento, restano fuori dal provvedimento. “La legge regionale non ci riguarda. Se si vuole venire a giocare oggi apriamo alle 14”, dicono dalla Masterplay di via San Secondo.
CAMILLA CUPELLI
FEDERICO PARODI