Circa mille persone hanno animato sabato a Torino la “Trans Freedom March“, il corteo per i diritti delle persone transessuali e non solo. La marcia colorata e chiassosa, partita da Piazza Vittorio e arrivata in Piazza Castello, è stata la migliore risposta possibile agli episodi di discriminazione avvenuti negli ultimi tempi in città. Dopo il caso degli insulti razzisti rivolti su un autobus a una ragazza di 15 anni, sabato è stata vandalizzata la mostra fotografica sulla visibilità trans “Generi di prima necessità”, installata a cura del circolo Maurice presso la sede della Circoscrizione 6 in Via Leoncavallo, dove nella mattinata si è svolto un convegno sulle violenze di genere, antipasto della marcia.
“Fuori il gender dalle scuole” recitava la scritta che ha macchiato una delle opere esposte, subito rimossa dagli organizzatori. “È un atto che riempie d’amarezza – ha commentato oggi l’assessore comunale alle Pari Opportunità Marco Giusta -, un atto portato avanti dai fondamentalisti del movimento ‘no gender’. Quella mostra era già stata vandalizzata con una croce uncinata. Direi che le modalità e la tipologia del messaggio rimangono le stesse”.
Un episodio spiacevole, che ha in parte rovinato la giornata agli organizzatori, comunque soddisfatti della buona riuscita delle attività, come confermato da Alessandro Battaglia, presidente del Coordinamento Torino Pride: “Marciamo ogni anno per rivendicare la visibilità e i diritti delle persone trans, che ancora mancano. Si tratta di un nuovo successo di numeri per questa manifestazione. Dovrebbe essercene una in ogni città italiana”.
La giornata, organizzata dal Coordinamento Torino Pride con il patrocinio di Comune e Regione, ha celebrato in anticipo la data del 20 novembre, che dal 1999 è il “Transgender Day of Remembrance” (TDoR), la giornata della memoria dedicata alle vittime della transfobia, a quelle persone uccise per la loro identità di genere. “Come istituzioni siamo attente ai diritti a 360 gradi – ha dichiarato l’assessora regionale ai Diritti Monica Cerutti -. Il tema della transizione e dell’autodeterminazione degli indivivdui può essere preso oggi come l’emblema dei diritti civili e di quanto si deve ancora fare nella nostra società”.