Ha visto 1550 film e ne ha selezionati cento. In questa guida le abbiamo chiesto di consigliarne dieci assolutamente imperdibili. Lia Furxhi, tra gli organizzatori di CinemAmbiente, ha fatto non poca fatica a sceglierli, sottolineando di doverne lasciare fuori tanti altri a malincuore. Ne abbiamo ricavato è una guida al festival torinese in dieci film più uno da vedere nei giorni delle proiezioni, in programma dal 31 maggio al 5 giugno.
The age of consequences (USA 2016, 80min, di Jared Scott). I cambiamenti climatici sono (anche) una questione politica. Roba da generali, veterani di guerra e agenzie per la sicurezza nazionale statunitensi. La catena delle conseguenze osservata da Jared Scott approfondisce il legame tra gli squilibri ambientali e la guerra in Siria, l’Isis, i flussi migratori. “Uno sguardo lucido ma non fatalista su un tema di estrema attualità”.
Fragil Equilibrio (SPAGNA 2016, 81min, di Guillermo Garcia Lopez). L’ex presidente dell’Uruguay José Mujica è tra i più grandi critici della società contemporanea. La sua voce racconta di impiegati giapponesi schiacciati dal lavoro; migranti che tentano di raggiungere l’Europa; famiglie spagnole alle prese con la crisi economica. “Tre storie unite dall’invito a mettere in discussione le basi dello sviluppo economico”.
Thank you for the rain (Gran Bretagna, Norvegia, Kenya, 2017, 90min, di Julia Dahr). Un agricoltore del Kenya filma l’effetto dei cambiamenti climatici. Ne vien fuori il racconto della sua ascesa a portavoce delle istanze della comunità alla Cop 21 di Parigi. “La testimonianza di una presa di coscienza dal basso e della volontà di diffondere un messaggio sulle conseguenze più disastrose del cambiamento climatico”.
Océans, le mystè plastique (Francia, 53min, di Vincent Perazio). La plastica che vediamo galleggiare è solo l’1 per cento della quantità che finisce in acqua. Il restante 99 si scompone in particelle microscopiche che entrano nella catena alimentare attraverso i pesci e arrivano fino all’uomo. “Si chiama ‘platisfera’. Un gruppo di scienziati sta provando a capire che impatto ha sull’uomo e quali rimedi sarebbe il caso di prendere. Un tema allarmante di cui nessuno parla”.
Rise. Red power: standing rock part 2 (CANADA 2017, 66min, Michelle Latimer). “Gli scontri tra l’esercito americano e Sioux sono impressionanti, vere e proprie scene di guerra”. Red Power è il racconto dell’opposizione degli indiani d’America alla costruzione del Dakota Access Pipeline, l’oleodotto stoppato da Obama e autorizzato nuovamente da Trump. Un taglio verticale sul volto degli gli Stati Uniti, attraverso i territori e i luoghi sacri dei Sioux in protesta.
Dusk chorus. Based on fragments of extinction (ITALIA 2016, 68min, Nika Saravanja). Se misurassimo il grado di inquinamento dal “canto” della foresta dell’Ecuador? Il compositore David Monacchi “ascolta” l’impatto dell’uomo sull’ecosistema. “Non parliamo soltanto della mancanza dei versi degli animali estinti, anche la scarsità di acqua cambia il rumore che fa la linfa quando scorre negli alberi della foresta”.
Gli anni verdi (ITALIA 2017, 54min, di Chiara Bellini). Il pellegrinaggio di tre instancabili vecchietti nelle campagne del frusinate alla ricerca di piccoli e grandi danni all’ambiente. “Un esempio di dedizione e affetto al territorio e il riscontro dell’impotenza delle autorità nei confronti di disservizi anche piccoli”.
La vallée des loups (FRANCIA 2016, 90min, di Jean-Michel Bertrand). Di solito CinemAmbiente si concentra su film più militanti. Perché questo film naturalista è in programma? “Il fatto che sia bellissimo è una ragione sufficiente?”. Il viaggio di un uomo alla ricerca dei lupi sulle Alpi francesi. “Il modo di convivere del branco è sorprendentemente simile alla società degli uomini. Ecco perché dove ci sono i lupi nasce una sorprendente quantità di miti legati alla loro figura”.
For Flint (USA 2017, 16min, di Brian Schulz). Da quando l’autorità ha deciso di collegare la rete idrica al fiume, l’acqua della città di Flint è diventata giallognola e imbevibile. “Ecco come il mondo civilizzato possa ignorare le esigenze vitali dei cittadini per due anni prima di prendere provvedimenti”.
Caminho dos gigantes (BRASILE 2016, 12min, di Alois Di Leo). Una bambina di una tribù delle amazzoni impara a conoscere il ciclo della natura. “Comunica con la semplicità di disegni bellissimi il rispetto dell’ambiente”.
L’ultimo consiglio non è un documentario né un corto e potrà esser guardato da molti torinesi senza spostarsi dalla propria casa. Fino al 4 giugno sulla cupola della Mole Antonelliana saranno proiettati dieci mini filmati dedicati a specie in estinzione, sviluppati da CinemAmbiente con la collaborazione del Museo regionale di scienze naturali.