Sono ben 450 i contenitori, suddivisi in 134 mini-isole ecologiche che da oggi, martedì 30 maggio, “addobbano” il Campus Luigi Einaudi dell’Università degli Studi di Torino. E’ il progetto pilota della raccolta differenziata inaugurato questa mattina presso il Cle e promosso dall’UniToGo, in collaborazione con l’Amiat. L’obiettivo è chiaro: ridurre i 100 kg di rifiuti indifferenziati che ogni giorno i circa 15mila tra docenti, studenti e addetti producono, oltre i 40 di carta che già vengono differenziati. A presentarlo, in una main hall piena di giovani entusiasti e armati di maglietta bordeaux realizzata ad hoc per l’occasione, l’assessore all’Ambiente del Comune di Torino Stefania Giannuzzi, il direttore dei Servizi Territoriali di Amiat Marco Rossi e il vicerettore Unito Marcello Baricco. Non prima però di ammirare “Earth – due parole sul futuro”, l’opera degli artisti Pietro Spagnoli e Ornella Ricca. Un tappeto di parole per promuovere il pianeta: metà da espiare, il resto da sostenere, che sono state fornite da 551 docenti.
“Ognuno di loro, fornendoci una coppia di parole, ci ha permesso di fare una sintesi del pensiero contemporaneo – ha spiegato Ricca -. Più che un’installazione che parla del nostro futuro è uno spaccato del nostro presente”.
Un presente di cambiamento e di rivoluzione, quella che ogni studente o docente del Campus dovrà attuare da oggi: “Il tema rifiuti è cruciale per la sostenibilità – ha affermato il vice rettore Baricco -, nello scarto c’è una risorsa e ne siamo sempre più consapevoli”. Ha fatto eco l’assessore Giannuzzi: “Come Comune abbiamo lanciato l’estensione della raccolta “porta a porta” che coinvolgerà 70mila persone. E’ il momento di cambiare passo, e mi piacerebbe avere sollecitazioni anche da voi. Un anno del mio mandato già è passato, ne rimangono quattro al termine dei quali vorrei lasciare una traccia”. Entusiasmo anche dall’Amiat: “Abbiamo aderito con grande interesse all’iniziativa mettendo a disposizione le nostre competenze affinché il progetto sia funzionale e funzionante – ha raccontato il direttore dei Servizi Territoriali di Amiat Marco Rossi -. Un progetto importante anche per l’avvio in questi quartieri, come Vanchiglia e Vanchiglietta, nei quali speriamo che la differenziata salga dal 30 al 65%. Il sistema c’è, i cassonetti anche ora c’è bisogno che la gente faccia quello che serve per ridurre i rifiuti. C’è bisogno di testimonial e di simboli e spero che i tanti giovani qui presenti lo diventino”.
Nel pomeriggio il gioco a squadre: montare quanti più contenitori possibili, in breve tempo, e posizionarli al posto giusto grazie all’uso di una mappa fornita dall’organizzazione. Un modo per coinvolgere i presenti, ma anche per semplificare il lavoro di ubicazione. In sottofondo la musica di Music Home, il progetto della cooperativa Triciclo che produce suoni a partire da oggetti riciclati.
L’entusiasmo, però, non è stato universale. Come spiegato da Egidio Dansero, referente per la sostenibilità ambientale dell’Ateneo, non è mancato lo scetticismo da parte di una parte, seppur esigua di studenti. “In questo si deve calare la nostra sfida: saper alimentare l’entusiasmo ma anche coinvolgere gli scettici nel progetto. Molti ci hanno detto che probabilmente sarà difficile far usare i contenitori: ma noi abbiamo già in mente di monitorarne l’utilizzo”.
“L’idea è da un lato sensibilizzare, dall’altro incentivare la raccolta differenziata stessa” spiega Riccardo Rossella, borsista del gruppo rifiuti di Green UniTo. “Abbiamo promosso attività di sensibilizzazione sui social network e al campus, e continueremo a farlo anche da oggi in avanti”.
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