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Il Gran Piemonte, la corsa di ciclismo più antica del Giro d’Italia

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C’è una corsa di ciclismo italiana più antica del Giro d’Italia stesso: è il Gran Piemonte, che nel 1906, tre anni prima della sfida per la maglia rosa, metteva di fronte i migliori atleti tricolori. Quell’anno, il 13 maggio, vinse Giovanni Gerbi: un’edizione incredibile, 330 chilometri con partenza e arrivo ad Alessandria.

 

Giovanni Gerbi

In mezzo alle undici ore abbondanti di pedalata, l’episodio che avrebbe regalato a Gerbi il soprannome di Diavolo Rosso: l’astigiano vestito con di una inedita maglietta scarlatta è in fuga, sbaglia una curva e finisce in mezzo a una processione. Il prete lo vede e diffida i fedeli dall’avvicinarsi: “Quello è il diavolo!”. L’aneddoto lo racconta Paolo Viberti, autore insieme a Bruno Bili del libro Il Gran Piemonte ha fatto 100, presentato al trentesimo Salone di Torino. “Ho scritto settanta pagine in poco più di una settimana – racconta -. Provo un amore atavico per questa terra, dove è nato quasi tutto, dal ciclismo, alla tivù (nel 1954, in via arsenale), passando per il vermouth”.

 

Già, perché il testo raccoglie sì le tante storie di ciclismo che hanno attraversato la corsa piemontese, come ad esempio l’incidente fatale di Serse Coppi, fratello del campionissimo Fausto, ma è anche l’occasione per rivivere luoghi e personaggi slegati dal mondo delle due ruote.
Una storia, quella del Giro del Piemonte, che continua a riproporsi, ricominciando dal numero uno. Tra un mese, dal 23 al 25 giugno, l’edizione sarà infatti la numero 101, e coinciderà con i Campionati Italiani Assoluti. Partenza da Asti, circuito sulle rampe della Serra Morenica da Chiaverano, arrivo a Ivrea.

MARCO GRITTI

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