Affidabile, disponibile ovunque e a pagamento. Così mi immagino il giornalismo del futuro.
Affidabile perché il web ha stravolto e velocizzato all’inverosimile i ritmi della professione. La fretta di pubblicare per primi la notizia – non di arrivarci, ma di pubblicarla per primi – fa spesso perdere di vista l’importanza del fact checking. La necessità di far fare clic può portare a forzare i fatti, ingigantirli o raccontarli solo parzialmente, in modo da renderli più d’impatto. Tutte cose che, più o meno pericolosamente, stravolgono quella realtà che il giornalista è tenuto a raccontare.
Disponibile ovunque perché il giornalismo è un servizio e, in quanto tale, deve essere fruibile nel modo più immediato possibile per il lettore. È importante che il linguaggio e il format delle notizie si adattino al supporto – carta, app, web – ma non bisogna lasciarsi andare alla psicosi da il-futuro-è-solo-online.
Infine sì, a pagamento. Il lavoro – soprattutto se di qualità – deve essere pagato, e il giornalismo non fa eccezione. Paywall, abbonamenti, on demand: le strade sono tante. Bisogna solo cominciare a percorrerle.
MANUELA GATTI
(Scuola Walter Tobagi)