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Partycillina chiude dopo 15 edizioni

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Con l’edizione The best of, in programma oggi e domani all’Hiroshima Mon Amour e domenica 30 con un evento al parco del Valentino, si conclude l’esperienza di Partycillina, la festa della facoltà di Medicina dell’Università di Torino.

L’evento nacque nel 2010, quando il seguito del movimento dell’Onda diede vita anche a un nuovo modo di festeggiare. Non più sexy dottoresse sul cubo, ma buona musica accompagnata da momenti di riflessione sulla professione medica.

Marco Caprioli, uno dei fondatori e organizzatori del party, preferisce chiamarlo “festival, perché è stato molto più di una semplice festa di facoltà”. Una festa alternativa, un percorso che nel tempo si è arricchito di eventi e persone. Molti gruppi ora famosi, come Meganoidi, Ex-Otago e Djs from Mars, sono passati prima da qui. Il vero successo, però, è la fitta rete di amicizia che si è creata tra organizzatori, studenti e artisti.

La prima edizione partì con un ripensamento: “All’inizio rifiutammo la proposta, perché non ci sembrava il caso – continua Caprioli – Poi riflettendoci abbiamo pensato di sfruttare l’occasione per creare qualcosa di nuovo, che avesse uno scopo”. Poco dopo è arrivata la beneficenza: “Di fronte al successo della festa, è sorta l’esigenza di darle un’utilità. All’inizio abbiamo sostenuto Emergency e altre associazioni conosciute. In seguito abbiamo voluto legare Partycillina a un’iniziativa locale, coerente con il nostro indirizzo di studi. Quando abbiamo conosciuto il dottor Daniele Sciuto siamo rimasti conquistati da Find the cure”.

L’organizzazione no profit fondata nel 2006 da Sciuto si occupa di assistenza medica in Asia e Africa. Il bilancio della collaborazione è stato “ampiamente positivo e ha soddisfatto entrambe le parti” sia dal punto di vista economico che di visibilità.

Ora cosa succederà alla festa? I fondatori hanno registrato la proprietà intellettuale del nome, per evitare che venga riutilizzato in futuro: “Vogliamo che l’esperienza si concluda così, senza passaggi di consegne. L’università prima o poi finisce per tutti – sottolinea Caprioli – e siamo dell’idea che chi viene dopo dovrebbe creare partendo da zero, con le idee e gli strumenti che ha a disposizione, come è stato per Partycillina”. La festa è finita, la festa continua.

DAVID TRANGONI

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