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Il presunto jihadista è un caso isolato, parla l’assessore all’integrazione Marco Giusta

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“Penso sia un caso isolato e non credo abbia molte radici all’ interno della situazione torinese”, ha commentato così l’arresto del presunto jihadista Mouner El Aoual, Marco Giusta, assessore all’integrazione del Comune di Torino. Il ventinovenne di nazionalità marocchina, accusato di associazione finalizzata al terrorismo internazionale soggiornava illegalmente in Italia dal 2008. Da nove anni era ospite in un appartamento nel quartiere periferico di Barriera di Milano. L’uomo, da tempo controllato dalla Procura di Torino e dai militari del Ros, aveva già ricevuto l’ordine di espulsione nel 2012 dalla Questura di Trieste.

Il caso riaccende i riflettori sul problema della radicalizzazione nel capoluogo piemontese. “Stiamo lavorando a un progetto con il carcere per far entrare gli imam riconosciuti dal Ministero dell’interno affinché contrastino la propaganda fondamentalista” ha continuato l’assessore. Un progetto iniziato già lo scorso anno che aveva coinvolto la Casa circondariale Lorusso e Cutugno per dare assistenza spirituale ai detenuti e alle loro famiglie. E’ proprio nelle carceri infatti che il rischio della radicalizzazione è più elevato, un fenomeno legato maggiormente al disagio sociale che alla fede religiosa. “Dobbiamo agire su vari fronti utilizzando l’inclusività religiosa, sociale e delle feste, anche laiche per creare un legame con il territorio. E’ un percorso che non può essere messo in discussione neanche dalle sirene più estremiste”.

LUCREZIA CLEMENTE

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