Torino, Porta Palazzo, notte fonda. Peppino Beltino, napoletano d’origine, di lavoro fa il carrettiere e insieme ad altri come lui dà vita ogni giorno al mercato all’aperto più grande d’Europa. Padre di tre figli, si guadagna da vivere con tanti lavori diversi, ma nel periodo natalizio sceglie un affare speciale per fare soldi. È la storia al centro del documentario di Pierluca Ditano, giovane regista pugliese uscito dalla ZeLig di Bolzano, intitolato “Per chi vuole sparare”, prodotto da Heidi Gronauer e Lorenzo Paccagnella per la Scuola di Documentari altoatesina. “Ho vissuto vicino al mercato di Porta Palazzo a Torino per due anni e mi capitava spesso di fermarmi a guardare questa processione di carretti di ferro che smontava il mercato” racconta il regista del documentario che sarà in prima mondiale al festival di Cinema Internazionale Visions du Reél, che si terrà tra il 21 e il 29 aprile a Nyon, in Svizzera.
Le riprese sono state effettuate nell’inverno tra il 2015 e il 2016: “Abbiamo raccontato un lavoro atavico, di grande fatica, sopravvissuto al tempo. Un mondo scontroso, chiuso a volte. Per restituire questa realtà era importante, per me, non perdere mai il forte senso di dignità del vivere dei protagonisti, costruendo uno sguardo alla pari, interno al loro mondo”.
Mesi di riprese, relazioni personali e notti in bianco sono gli ingredienti che servono per realizzare un film come questo. Un mediometraggio di 35 minuti, che ripercorre la storia personale del protagonista Peppino, accompagnandola a quella di altri personaggi come Gianni Melis e Mahmoud Abdallbri, ma soprattutto all’indimenticabile Jose ‘Acciuga’ Cuellar, personaggio secondario di particolare rilievo nel racconto. Persone, più che personaggi, che entrano immediatamente in contatto con lo spettatore.
Fatica, stanchezza, a volte scoraggiamento ma anche tanta umanità sono le emozioni al centro del documentario, dove la storia di un carrettiere qualunque diventa il simbolo di un lavoro spesso dimenticato. Carrettieri e venditori della piazza si svegliano quando la città va a dormire, frequentando spazi sotterranei sconosciuti al limite della legalità. Lo sguardo è quello di un cinema del reale, dove il valore del documentario non è il taglio giornalistico ma il racconto cinematografico di livello, per far emergere una storia che trova poco spazio nella narrazione tradizionale. Non si tratta infatti di venditori ambulanti con spazio fisso nella piazza, sui quali cinema e media si sono già pronunciati tante volte, ma di persone comuni che quotidianamente provano a guadagnarsi da vivere, reinventandosi ogni giorno. Persone come Peppino, che proprio nel periodo natalizio si lancia in un nuovo business “per chi vuole sparare”, per giocarsi la sua partita meglio che può, senza mai perdere la dignità.
CAMILLA CUPELLI