Sociologo e professore presso l’Istituto di studi politici di Rennes, al momento visiting professor all’Università di Torino, Eric Neveu ha descritto lo scenario delle imminenti elezioni presidenziali francesi.
Come sarà il voto dei francesi?
Moltissimi elettori, nell’ambiente popolare ma non solo, sono stanchi di questa alternanza destra sinistra, sinistra destra, con politici in fondo tutti simili. La politica appare come un mondo fermo, abitato da chi ha ne fatto un mestiere ben retribuito e non un servizio. Si cerca un voto di cambiamento, un voto di idee nuove. La sola cosa che oggi sembra sicura è che Marine Le Pen arriverà al secondo turno. Da 20 anni il suo consenso aumenta: costantemente i giornalisti dicono che è gravissimo e che si tratta di un messaggio di insoddisfazione dei francesi; ma poi nulla cambia e Marine Le Pen guadagna il 5%.
Quanti francesi andranno a votare?
Credo ci sarà un tasso di astensione abbastanza alto: per i sondaggi il 40% dei francesi, se servisse ad annullare le elezioni e proibire a questi candidati di presentarsi alle prossime, voterebbe in bianco. L’astensione al secondo turno apre uno spazio di incertezza enorme: credo che stavolta la scelta di votare pur di sbarrare la strada alla famiglia Le Pen (com’era stato per Chirac contro Le Pen padre) potrebbe non avvenire; ma parteciperanno i suoi sostenitori, dunque la possibilità che Marine Le Pen sia eletta esiste.
Quale può essere il candidato preferito dai giovani?
Marine Le Pen ha un largo seguito nella gioventù popolare, disoccupata e poco scolarizzata. I fondatori di start up o che sognano di aprire un’attività, invece, apprezzano Macron che parla di economia innovativa e creatività. Nei giovani più intellettuali c’è un sentimento di simpatia per Mélanchon: presente sui social, è capace di toccare il lato emotivo, ma anche di discutere di argomenti tecnici. E quelli di famiglie cattoliche e tradizionaliste probabilmente voteranno Fillon.
Perché i due turni?
Si dice che al primo turno si scelga, al secondo si elimini. Credo sia una tradizione risalente alla terza repubblica che vede una larga rosa di candidati in cui riconoscersi all’inizio, mentre in seconda battuta si cerca di dare una legittimità forte al Presidente. Il problema è che in tutte le ultime elezioni, guardando a chi è eletto presidente, si vede come la percentuale di persone che avevano votato per lui al primo turno diminuisca nel secondo.
Lo stato di emergenza che sospende alcuni diritti e libertà può influenzare le elezioni?
Direttamente le elezioni no, ma il suo prolungamento indefinito è allarmante e antidemocratico: poteva aver senso subito dopo gli attentati di Parigi, dopodiché la polizia aveva già i mezzi necessari. Resta un simbolo, ma pericoloso. A Parigi ha fornito i pretesti per impedire le manifestazioni in difesa del pianeta e la polizia ne ha fatto un uso molto generoso, per non dire abusivo, per perquisizioni che non hanno nulla a che fare con il terrorismo. Tuttavia, chiunque vinca probabilmente lo prolungherà per il terrore che 48 ore dopo averlo tolto ci sia un attentato e si sia considerati responsabili di non aver protetto i francesi.
Quali sono i sentimenti verso l’Unione europea?
Migliaia di francesi si sentono attaccati: il settore dei trasporti su strada, ad esempio, impiega sempre più conducenti polacchi, ungheresi e rumeni perché sono meno cari. Questo fa salire una grande collera. Anche a livello agricolo le logiche del mercato han fatto sì che molti contadini che in passato hanno beneficiato delle politiche europee oggi ne soffrano; se prima erano il gruppo sociale più europeista, ora sono divenuti estremamente critici.
Come vengono viste le ondate migratorie in Francia?
Rispetto a quello tedesco, il governo francese sta tenendo un atteggiamento vergognoso. Sono pochi i migranti siriani o iracheni, eppure si sono costituiti come un problema pubblico che il Fronte Nazionale usa per fare campagna. In Francia c’è una maniera di intendere la laicità, da parte di alcune persone, veramente imbecille: dogmatica, o diciamo pure razzista. Il livello d’isteria verso i Musulmani è spaventoso. Quello che stupisce sono i pregiudizi infondati: le persone che vivono a fianco dei migranti appoggiano il Fronte nazionale meno di ne chi vive lontano.
Marine Le Pen vince: cosa potrà realizzare davvero di quanto promette in campagna elettorale?
Per realizzare la Frexit serve un voto parlamentare e non penso possa avere la maggioranza all’assemblea nazionale. La Marine presidente potrebbe tentare un’alleanza col partito di destra, ma negoziando, mentre per far votare leggi razziste, o apertamente diseguali, dovrebbe fare un colpo di stato che mi è difficile immaginare. Il risvolto pericoloso sono le manifestazioni: il Front National è capace di mobilitare la gente in strada e in quel caso c’è un alto potenziale di pericolosità.