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Alberto Marchetti: “Benvenuti a Casa mia”

“Quando si parla di gelato brillano gli occhi a tutti”. Brillano anche quelli di Alberto Marchetti, che ha quarantun anni e in una gelateria, quella dei suoi genitori, ci è nato. Dopo due punti vendita a Torino, uno ad Alassio e uno a Milano, sta per aprire in piazza Cln quello dei suoi sogni: tutta un’altra storia rispetto agli altri: “Questa non sarà una gelateria, questa sarà casa”, dice emozionato Alberto mentre apre le porte del suo nuovo progetto.

I lavori procedono ed entro Pasqua la gelateria sarà aperta al pubblico. La data da segnare sul calendario è però l’8 maggio quando, in occasione della Stratorino, inaugurerà anche Casa Marchetti, un intero piano pensato per “coccolare i clienti”: 180 metri quadrati di museo del gelato, negozio, libreria (con i libri di Slow Food e Chiriotti editore) e soprattutto una grande cucina per le degustazioni e gli show cooking per quindici o trenta persone. Un progetto a cui Alberto Marchetti pensa da tempo: “Le mie gelaterie sono sempre state piccole per lavorare a quattro mani insieme a colleghi e amici chef. Ero costretto ad andare sempre io da loro, adesso finalmente posso invitarli qui, a casa mia”.

Di fronte a un mantecatore dell’Ottocento ed a vecchi stampi di ghiaccioli, una parete dedicata a Slow Food, di cui Alberto fa parte dal 2006, mostrerà tutta la filiera del gelato a partire dal latte fino al packaging, in un percorso olfattivo e interattivo. Alberto Marchetti ha tantissime idee in testa, e mentre parla gliene vengono in mente di nuove: “Voglio insegnare ai miei clienti, che sono sempre più curiosi, come si fa il gelato in maniera da poterlo rifare da soli. Qui troveranno tutti i prodotti di cui hanno bisogno per preparare lo zabaione di Alberto Marchetti a casa loro”.

E poi degustazioni, incontri, presentazioni di libri, uno spazio aperto da frequentare anche d’inverno. “Il gelato, ma anche no” ripete più volte Marchetti “con questo negozio voglio fare entrare anche il salato in gelateria, possono nascere così tante cose attraverso il cibo”.

I protagonisti di Casa Marchetti saranno tre, ognuno col suo spazio espositivo: il caffè della torrefazione San Domenico, il cioccolato di Guido Gobino e la nocciola di Altalanga. E che cosa succederà al piano terra? “Ci sarà la gelateria che tutti conoscono, ma anche qui importanti novità”.

Pavimento in resina blu, bancone in legno di ciliegio, bronzo e tessuti alle pareti per rievocare il Blue bar di Profondo Rosso, il film che Dario Argento girò proprio in questa piazza nel 1975. I gusti saranno sempre gli stessi, naturalmente, ma nella vetrina che si affaccia su Via Amendola ci sarà il magazzino della gelateria, una provocazione verso il settore e una risposta alle polemiche sul gelato artigianale. “Dieci anni fa siamo stati i primi a far vedere il nostro laboratorio e i nostri mantecatori. Adesso però vogliamo fare un passo indietro, e cioè prima di esporre le macchine mostriamo gli ingredienti”.

Tutte le materie prime saranno a vista, dallo zucchero d’uva di Mazara del Vallo al latte condensato, “perché a Torino è tradizione usarne un po’, bisogna raccontare la verità“. Marchetti si è rivolto sia a piccoli produttori locali che a realtà industriali, “purché lavori bene, anche la grande produzione può essere sinonimo di qualità”. Alberto Marchetti sta lavorando per invitare tutti i partecipanti della Stratorino all’inaugurazione della sua Casa. Non è per niente spaventato. “Non vedo l’ora che arrivi l’8 maggio” dice, mentre gli brillano gli occhi.

GIORGIA GARIBOLDI e GIORGIA MECCA

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