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Sgombero di Askatasuna, le voci dei commercianti: “Persi metà degli incassi”.

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Più di metà dell’incasso natalizio perso. “Abbiamo avuto circa un terzo dei clienti rispetto al 2024”, commenta la titolare di un negozio di abbigliamento in via Po. C’è un punto su cui tutti i commercianti del centro concordano: non era questo il momento di sgomberare Askatasuna.

“A meno che non ci fossero dentro dei pericolosi terroristi, non vedo il motivo di mettere in atto un’operazione del genere a una settimana dal Natale”, prosegue la negoziante. Lo sgombero del centro sociale Askatasuna, iniziato la mattina di giovedì18 dicembre, ha comportato la chiusura al traffico di ampie parti di corso Regina Margherita e la deviazione delle linee di trasporto pubblico che vi transitavano. Attualmente il blocco stradale è ancora in atto, e non ci sono tempistiche certe per la ripresa della viabilità.

Una situazione che per molti commercianti della zona ha significato un colpo economico durissimo, in quello che solitamente è il periodo di maggiore incasso. “Abbiamo avuto una perdita del 70 per cento rispetto allo scorso anno. Il 70 per cento! – così il proprietario di un negozio di abbigliamento sportivo in corso Regina Margherita – Non sta a me esprimere un giudizio sullo sgombero. Ma quel palazzo è stato occupato per 29 anni, si poteva agire un mese fa o aspettare la fine delle feste. Così si colpiscono gli esercizi in un periodo già difficile per il commercio torinese”. Una situazione evidenziata anche da Manuela Olandese, titolare di T-shirt mad store: “Sono mesi che i negozi del centro faticano, e anche la preparazione al Natale ha portato meno incassi del previsto. E in questo fine settimana, l’ultimo prima delle feste, ci siamo ritrovati con il centro deserto”.

Preoccupazioni condivise anche da chi ha subito conseguenze minime. “Nel mio caso si è trattato solo di un piccolo cambio, di solito il sabato è il giorno con più incassi, quest’anno è stata domenica – spiega Silvio Giobbe della gioielleria Venezia a Torino – ma mi preoccupa la situazione dei miei colleghi. Non riesco a comprendere questa tempistica, a meno che non ci sia qualcosa che ancora non è stato reso pubblico”. Dubbi che per un libraio di via Po hanno una risposta semplice: “è arrivato il nuovo questore, doveva far sentire la sua presenza. Ma così danneggiano chi contribuisce al bilancio della Città”.

Le critiche al nuovo questore

Più netta ancora Carla Pirello, co-proprietaria della cartolibreria Il gabbiano: “Sono qui dal ’91, e in tutti questi anni il centro sociale non ha mai causato problemi a noi commercianti. I problemi di questa zona sono altri». E anche i più avversi ad Askatasuna non risparmiano le critiche. «Condivido le ragioni alla base dello sciopero – racconta Denise Benedetti, titolare della profumeria Niche – Ma la scelta dei tempi è ingiustificabile, così come la gestione dell’ordine pubblico durante la manifestazione di sabato”.

Una critica ripresa anche dal proprietario di Emozioni sportive, Guido Monticone, che durante la manifestazione ha fornito riparo a clienti e passanti. “Le persone erano in giro per compere natalizie, non tutti sapevano cosa stava succedendo. Ci siamo chiusi dentro al negozio con la serranda abbassata, eravamo una decina. Abbiamo aspettato più di un’ora che la situazione si calmasse, mentre dalla porta filtrava il fumo dei lacrimogeni lanciati ovunque”.

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