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Carovana dei ghiacciai Legambiente: aumentano gli eventi estremi nell’arco alpino (+5%)

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Il lento logoramento dei ghiacciai alpini non si ferma, anche nell’anno internazionale dei giganti bianchi. In aumento gli eventi estremi nelle regioni italiane delle Alpi, che hanno toccato quota 154 nei primi 11 mesi dell’anno, di cui 28 in Piemonte. Una crescita annuale del 5%, per una reazione a catena che vede a monte il riscaldamento globale e al centro lo scioglimento dei bacini d’acqua dolce più grandi del pianeta. In 60 anni l’arco alpino italiano ha perso oltre 170 chilometri quadrati di bacini glaciali, come illustra l’ultimo report della Carovana dei ghiacciai di Legambiente.

Per comprendere la posta in gioco occorre uno sguardo di lunga durata. Il 2025 non ha registrato bruschi cambiamenti per l’Italia, ma la scia continua a essere negativa. Sono 1938 i ghiacciai andati totalmente in fumo nell’arco alpino e dal 2000 il quadro europeo ha visto la perdita del 39% della massa complessiva. La situazione italiana non fa eccezione: l’area scomparsa in 60 anni è pari alle superfici di Torino e Biella messe assieme. Numeri allarmanti, che impattano sul territorio.

“Il deterioramento del permafrost incide in modo significativo sui rischi in quota – dice Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi Legambiente, ideatrice della campagna Carovana dei ghiacciai e presidente di Cipra Italia – e, con l’avanzare della crisi climatica, fenomeni simili a quello di Blatten sono destinati a intensificarsi”. Sono 40 le frane registrate nel 2025 nelle Alpi italiane, con un picco nel Veneto (17): numeri in calo rispetto al 2024, ma oggetto di particolare attenzione per il caso di Blatten. Il 28 maggio una frana derivante dal ghiacciaio svizzero del Birch ha cancellato il paesino, sepolto da tonnellate di detriti. “Per fortuna la popolazione è stata evacuata nove giorni prima – ricorda Giovanni Mortara, geologo del Comitato glaciologico italiano -. Ci ha riportato con la mente alla catastrofe di Mattmark, dove morirono 56 italiani”.

Guardando al Piemonte, la sesta spedizione della Carovana ha fotografato il declino costante dei ghiacciai della Bessanese e della Ciamarella: dal 2010 al 2023 il primo è arretrato di quasi 4mila chilometri cubi di volume, mentre il secondo si è ridotto di oltre 8mila. Sul fronte europeo, Svizzera e Germania sono in sofferenza: nel 2025 i ghiacciai elvetici hanno perso il 3% della loro massa totale e in dieci addirittura il 25%. Un logoramento senza fine, che ha fatto piazza pulita anche in Germania: sono sopravvissuti solo due bacini glaciali, l’Höllent-alferner e lo Schneeferner, che ha perso totalmente il lato orientale e quello meridionale. 

L’appello lanciato dalle rete di enti e associazioni riunite intorno alla Carovana – da Legambiente a Cipra Italia, passando per il Cai e la Fondazione glaciologia italiana – prevede una rete coordinata a livello continentale, basata sui contenuti del Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse. 

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