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Le sfide globali sulle materie prime critiche. Il convegno UniTo

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Cinque anni fa i semiconduttori erano un business silenzioso, confinato agli ambienti ingegneristici. Oggi alimentano l’economia globale e, per questo, sono divenuti oggetto di competizione tra potenze. “Materie prime critiche: sfide globali e opportunità locali” è il convegno organizzato dall’Università di Torino per capire come l’accesso alle materie prime stia ridisegnando gli equilibri industriali e politici globali. 

L’ascesa dei chip, realizzati da semiconduttori, ha vissuto una recente accelerazione grazie agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, alle rivalità geopolitiche e alla vulnerabilità della supply chain. Trasformando il silicio, che si colloca all’inizio di tutta la catena dei semiconduttori, nella risorsa più strategica al mondo. Persino i giganti del cloud, come Google, Amazon, e Meta, progettano i propri chip per ottimizzare i carichi di lavoro dell’intelligenza artificiale.

Come ha spiegato Marco Borgini, strategic account director di Memc, nel corso del panel “Chip War” con Paolo Olivero, docente di UniTo: “I semiconduttori sono diventati un vero e proprio tema politico. Se fino ai primi anni 2000 erano completamente fuori dai radar dei governi, a partire dal 2020, con la rapida crescita dell’intelligenza artificiale, l’intera catena del valore è diventata una questione di sovranità”.

Il caso di Nexperia, fornitrice olandese di chip per auto, è un buon esempio di come il controllo dei chip sia diventato ormai uno strumento di potere. Quando, il 30 settembre 2025, il governo olandese ha assunto il controllo temporaneo dell’azienda, rimuovendo il Ceo Zhang Xuezheng per motivi di sicurezza nazionale, Pechino ha risposto imponendo restrizioni all’export dei chip prodotti negli stabilimenti cinesi del gruppo. Così, la stessa Nexperia ha sospeso le forniture di wafer al proprio impianto cinese. Una doppia interruzione che ha messo in difficoltà molte case automobilistiche europee (e non solo) che si sono trovate prive di componenti critici. A dimostrazione che la catena di approvvigionamento globale per chip automobilistici continua a essere in forte stress.

Tutti gli Stati si sono mossi per sostenere l’industria dei semiconduttori. La Cina, per esempio, ha lanciato investimenti da decine di miliardi anticipando l’Occidente. La posta in gioco è enorme perché i chip di nuova generazione potrebbero ridefinire l’architettura dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie del futuro.

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