Un nuovo Rinascimento dell’industria manufatturiera italiana grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. A Torino, si svolge in questi giorni la seconda edizione dell’evento dedicato all’impatto dell’intelligenza artificiale sulle imprese, organizzato dal Sole 24 Ore. Per l’occasione, il giornale ha lanciato un proprio manifesto intitolato Ai e (Re)Made in Italy, idee per la nuova manifattura, firmato da Marco Bentivogli e Giuliano Noci. Si tratta di un fotografia della situazione odierna dell’utilizzo dell’ia nel nostro Paese, ma anche di un piano con idee concrete per lo sviluppo di questa tecnologia che è entrata in modo dirompente nella nostra realtà. Ed è stato proprio Noci, vicerettore del Politecnico di Milano e componente del Comitato per la definizione della strategia nazionale sull’intelligenza artificiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che oggi, intervistato dal direttore del Sole Fabio Tamburini, ha spiegato nel dettaglio il manifesto.
“Il 2026 sarà un anno decisivo per l’ia – ha detto Noci – , perché gli altri paesi stanno volando nel suo sviluppo. Se guardiamo alla Cina, gli umanoidi sono già in catena di montaggio. Lo stesso Xi Jinping dice che contro la crisi demografica la soluzione sono i robot. E il punto non dev’essere la sostituzione dell’uomo, ma l’ibridazione del nostro sistema manufatturiero. Con il manifesto sul giornale di oggi vogliamo dare una scossa, un elettroshock, perché è necessario che le imprese investano nell’intelligenza artificiale e che le istituzioni le mettano nella possibilità di farlo”.
Secondo i dati Eurostat, solo l’8,2% delle imprese italiane usa l’ia, contro il 13,5% della media europea. Un divario che è segnato da un problema di approccio, da una carenza culturale nella concezione di questa tecnologia. Per Noci e Bentivogli serve un “rinascimento industriale”. Serve investire in data center, Gpu e computer quantistici per migliorare la nostra produzione manufatturiera. “Gli algoritmi sono le fonderie del XXI secolo, ma invece di acciaio lavorano dati”, ha spiegato Noci.
Incalzato dalle domande di Tamburini, ha proseguito: “Il modello fordista ha dato lavoro anche a chi non aveva competenze specifiche. Oggi, invece, l’ia non aumenta la capacità operativa, ma esclude coloro che non hanno le conoscenze sugli algoritmi e sulla gestione degli output che arrivano dalla robotica. Le persone servono ancora nelle aziende, ma solo se in grado di gestire queste tecnologie”.
Nel manifesto programmatico del Sole si leggono diverse priorità per una nuova manifattura integrata con l’intelligenza artificiale. Ad esempio, un pivot indipendente in grado di coordinare obiettivi, attori e progetti. Ma anche una campagna di sensibilizzazione sul tema, la realizzazione di infrastrutture dati, percorsi di formazione strutturati e, infine, il coinvolgimento dei giovani a livello imprenditoriale.