Oggi, venerdì 28 novembre, scioperano anche i giornalisti. A Torino il ritrovo è in piazza Carignano. Nel comunicato diffuso dalla Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti, si legge che “il contratto di lavoro è scaduto da dieci anni”. Viene spiegato inoltre come “il giornalismo non abbia avuto la necessaria attenzione da parte degli editori della Fieg: molti tagli e pochi investimenti, nonostante le milionarie sovvenzioni pubbliche”.
La diretta
11.59 È terminato lo sciopero delle giornaliste e dei giornalisti a Torino
11.57 Jacopo Ricca, vicepresidente Associazione Stampa Subalpina, in vece dei fotogiornalisti ha commentato l’episodio violento che ha coinvolto un fotoreporter martedì a Torino: “I fotoreporter sono la categoria più visibile ma meno tutelata. Le aziende non coprono i rischi d’impresa, quando le cose vanno male sono liberi professionisti, quando vanno bene sono dipendenti e li si fa lavorare come se percepissero compensi da dipendenti”
11.50 Lanciato un crowdfunding per il giornalista aggredito qualche giorno fa in metro. Mimma Caligaris, giornalista attiva in Fnsi, spiega: “Il più grande quotidiano sportivo ha obbligato i lavoratori a uscire e andare a seguire gli eventi, minacciando ripercussioni in caso contrario. È uno sciopero politico per cui si gioca la democrazia del nostro paese. Potrebbe non essere questo l’unico sciopero. A metà dicembre la Fnsi deciderà se proseguire. Il comunicato della Fieg è uno scempio, una accozzaglia di bugie”

11.46 Stefano Parola, giornalista di Repubblica Torino, spiega la situazione del giornale: “La redazione di Repubblica si è impoverita notevolmente negli anni, sono peggiorate soprattutto le condizioni dei colleghi precari. Ci avrebbe fatto piacere aver avuto quel confronto con proprietà per dissipare le ombre attorno alla possibile vendita. Quale che sia il proprietario noi continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto”.
11.40 Simona De Ciero, giornalista collaboratrice del Corriere della Sera, si è espressa sulla precarietà che colpisce i professionisti del settore: “Non siamo ingranaggi da sostituire. Oggi fare il giornalista significa saper fare tutto, eppure sette su dieci vivono in condizioni precarie. C’è il senso di solitudine, la mancanza di tutele, soprattutto per i freelance. La legge sull’equo compenso va rispettata. Chiediamo una polizza legale nazionale per i freelance. Nessuno dovrebbe rinunciare a raccontare una storia per paura di non potersi permettere un avvocato”
11.35 Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Stefano Tallia ha spiegato le motivazioni dello sciopero: “Gli editori vogliono condannare i giovani a un futuro di ricatto. Per questo facciamo tutti gli scioperi che servono. È necessario che la timidissima normativa europea sul copyright sia potenziata. Le aziende vengono cannibalizzate dalle grande piattaforme di distribuzione”
11.31 Tallia è intervenuto sulla situazione economica: “La libertà dei giornalisti dipende anche dalle loro condizioni economiche. Condivido il rifiuto del ricatto economico della Fieg nei confronti della Fnsi. Sarebbe stato condannare i giornalisti del futuro al precariato e alla povertà”
Poi una considerazione sulla necessità della collaborazione con altre categorie: “Questa battaglia riguarda la qualità dell’informazione e quindi della democrazia del paese. So che è difficile ma dobbiamo coinvolgere anche le altre categorie. Viviamo in un sistema in crisi, che riguarda tutti, anche gli editori stessi. Produrre i contenuti costa, ma non possiamo rinunciare all’informazione”

11.19 Silvia Garbarino, segretaria Associazione Stampa Subalpina, sindacato unitario dei giornalisti del Piemonte: “Siamo qui per chiedere un impegno serio per il rinnovo del contratto collettivo scaduto nel 2016. Esigiamo un equo compenso per giornalisti dipendenti e precari, e chiediamo agli editori azioni concrete per la regolamentazione dell’uso dell’Ai”.
Garbarino ha anche sottolineato il rapporto complicato con gli editori: “Ribaltano su di noi le colpe: tutte le proposte in merito alle regolamentazioni sono state respinte. Le uniche aperture degli editori sono state sul piano economico, con proposte inaccettabili che avrebbero danneggiato ulteriormente i neo assunti La mobilitazione ha già portato risultati: ieri il Dipartimento per l’Editoria ha convocato un tavolo sull’equo compenso, da cui gli editori rifuggivano, previsto per il 9 dicembre.”

11.17 In aumento i manifestanti, sono circa una sessantina
11.03 Inizia lo sciopero dei giornalisti, una trentina i partecipanti in piazza Carignano