Biomattoni in calce e canapa, elementi da costruzione derivati da materiali riciclati, intonaci in argilla, isolanti in fibre naturali: sono alcune delle soluzioni per l’edilizia sostenibile che si possono trovare agli stand degli espositori di Restructura, la fiera dell’edilizia allestita all’Oval Lingotto di Torino dal 13 al 15 novembre. I biomateriali per le costruzioni non sono gli unici protagonisti del salone, che ospita oltre 150 espositori e aziende da svariati ambiti: dall’efficientamento energetico all’impiantistica, fino alla gestione dei cantieri. Ma alla fiera al Lingotto l’edilizia sostenibile è uno dei settori più rappresentati.
Vecchi e nuovi materiali
Una delle materie prime che si incontra con più frequenza agli stand, oltre al legno, è la canapa: con il canapulo (la parte legnosa interna della pianta) si realizzano materiali isolanti, termointonaci e mattoni. Della pianta si apprezza la poca quantità di acqua che le serve per crescere, dei suoi derivati le virtù isolanti, la capacità di assorbire le vibrazioni e anche di sottrarre Co2 dall’atmosfera, spiegano gli espositori.
La canapa non è però l’unico materiale naturale oggi in uso: “Si utilizza molto la calce – spiega la vicepresidente dell’Associazione nazionale architettura bioecologica, Stefania Ganz -. Il legno ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi decenni, ma stanno prendendo piede anche l’argilla, le fibre isolanti, il sughero, l’involucro protettivo del chicco di riso, chiamato lolla, e i fiocchi di cellulosa. In generale c’è una tendenza alla comprensione qualitativa del materiale: ormai siamo invasi da elementi che contengono tantissime sostanze diverse e non abbiamo più la capacità di capire quale invece sia un prodotto finale puro. I materiali naturali consentono invece questa conoscenza”.

I limiti del settore
Secondo l’Osservatorio edilizia in legno elaborato nel 2024 dalla Federazione filiera legno, nel 2023 le costruzioni in legno hanno raggiunto un valore di produzione di 2,3 miliardi di euro, con un aumento del 3,2% sul 2022. Il settore della bioedilizia ha però ancora margini di espansione: “Uno dei limiti è la conoscenza di questi materiali e delle corrette modalità di posa”, dice Ganz. A uno stand un espositore ammette che anche i costi non facilitano al momento l’uso di questi prodotti su larga scala. “I costi però dipendono molto anche dal materiale – puntualizza Ganz -. Per esempio, il sottofondo di un pavimento fatto col canapolo costa meno di un sottofondo tradizionale. Certo, un isolante naturale può costare qualcosa di più, ma non è comunque detto, perché oggi ci sono materiali sintetici che hanno costi molto alti. Bisogna fare una valutazione caso per caso: si tratta però di un ragionamento globale che presuppone comunque una conoscenza a monte. E poi dipende anche dalla situazione operativa in cui si va a intervenire”.