Da lunedì a Belém, in Brasile, si terrà la Cop30, il vertice globale più importante per il clima. Da Torino la distanza è considerevole: quasi 8mila chilometri e un oceano di mezzo. Le conseguenze dirette dei cambiamenti climatici, specialmente nelle zone urbane, sono invece vicinissime. Fra l’impatto delle piogge intense, lunghe ondate di calore e tempeste di vento le conseguenze economiche si aggravano, insieme al conteggio delle vite umane perse. Lo rileva il report Città Clima 2025 di Legambiente che, analizzando la gestione urbana dei fenomeni climatici estremi sottolinea come non si tratti di una semplice percezione: le aree urbane sono effettivamente più a rischio.
In Italia, dal 2015 a settembre 2025 sono ben 811 gli eventi meteo estremi, di cui 97 nel 2025 (da gennaio a settembre) e 136 registrati in comuni sopra i 50mila abitanti. Solo il 39,7% dei comuni in questione ha messo in campo un piano o una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. Il 2024 è stato l’anno che ha battuto diversi record di temperatura: è stato il più caldo mai registrato, con l’Italia al primo posto per morti a causa del calore.
“Chiediamo al Governo Meloni come prima priorità quella di inserire nella legge di Bilancio in lavorazione le risorse economiche necessarie per attuare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e che a livello internazionale l’Italia faccia la sua parte alla Cop30 in Brasile – sottolinea Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – per dare concretezza agli impegni presi sia con l’Accordo di Parigi sia nei precedenti summi. In particolare, auspichiamo che il nostro Paese sostenga l’adozione di un Piano d’azione che delinei il percorso dei prossimi anni per accelerare l’azione climatica globale in coerenza con l’obiettivo di 1.5° dell’Accordo di Parigi”.
Torino
Dal 2020, il “Piano di Resilienza Climatica” cerca di raggiungere due obiettivi cruciali per Torino: gestire le ondate di calore estremo e contrastare gli impatti degli allagamenti. Legambiente evidenzia un dato positivo per il capoluogo piemontese: dal 2015 ha registrato 13 eventi climatici estremi. È la migliore fra le città con più di 500mila abitanti.
Doppia maglia nera, invece, per Roma che centra un triste primato: è il comune con più eventi registrati dal 2015 a fine settembre 2025, ne conta ben 93, e tra le grandi città è la più colpita seguita da Milano con 40 eventi di cui 16 esondazioni, Genova (36), Palermo (32), Napoli (20) e Torino (13).
I ritardi
Napoli è l’unica tra le grandi città a non aver adottato un piano o una strategia contro i cambiamenti climatici. Come lei, anche Bari, Reggio Calabria, Prato, Perugia, tra i comuni fra 150mila e 500mila abitanti, e poi Fiumicino, Como, Lamezia Terme, Massa, Potenza fra i comuni tra 50mila e 150mila abitanti.
“La crisi climatica in atto e i pesanti impatti a livello ambientale, economico, sociale e sanitario – commenta Zampetti – ci ricordano l’urgenza di azioni concrete. In Italia al momento l’unica urgenza sembra essere quella legata al Ponte sullo Stretto di Messina, dimenticando la sicurezza delle persone esposte agli effetti del cambiamento climatico. Oggi occorre, invece, investire in interventi che incrementino la capacità di resilienza delle città in termini di mitigazione e adattamento. I dati del nostro report Città Clima confermano quanto le aree urbane siano vulnerabili ai cambiamenti climatici”.
811 eventi estremi in 11 anni: record di infrastrutture danneggiate
Tra gli eventi principali che hanno provocato danni (a persone, edifici, interruzione di servizi etc.), avvenuti nelle aree urbane ci sono: 371 allagamenti da piogge intense, 167 danni da raffiche di vento e trombe d’aria, 60 esondazioni fluviali, 55 danni alle infrastrutture, 38 temperature record e 33 danni da grandinate. Tutto questo ha un costo considerevole. Per esempio, secondo le prime stime, l’alluvione in Emilia Romagna del 2023 è costata 8,9 miliardi e ha colpito più di 70mila edifici.
Il report Città Clima 2025 mette Roma in cima alla classifica: la capitale registra un totale di 93 casi, di cui ben 54 allagamenti da piogge intense. Seguono Milano, con 40 eventi totali di cui 16 esondazioni, Genova (36) e Palermo (32). In questa categoria spicca il numero relativamente elevato di danni alle infrastrutture, 25 su un totale di 234 (10,7%), causate principalmente da forti piogge e temperature record che hanno impattato sulle numerose infrastrutture, in particolare di trasporto, presenti in queste città. In totale si sono registrati, per i Comuni in questa fascia di popolazione, 234 eventi (il 28,8% del totale).