Fondata oltre 35 anni fa da un gruppo di volontari e di religiose, a Torino, la cooperativa Giuliano Accomazzi nasce con l’obiettivo di sostenere minori e famiglie in difficoltà. I decenni trascorsi hanno portato trasformazione, rendendo la realtà sempre più complessa e capace di guardare alle nuove fragilità sociali, per immaginare modelli innovativi di inclusione e di sviluppo. Il vicepresidente Andrea Biondello racconta con passione la traiettoria di questa esperienza: “Siamo nati come una comunità alloggio per ragazzine minorenni, ma nel tempo abbiamo sviluppato servizi diffusi sul territorio: dal contesto educativo ai centri per minori, dagli interventi per mamme e bambini fino alla rigenerazione urbana”. L’aiuto offerto alle famiglie si concretizza con l’apertura di asili nido, come Ravotin, nel comune di Druento, realizzato con materiali a basso impatto ambientale o come Il Piccolo Mulino che, all’interno dell’ospedale Molinette di Torino, accoglie le esigenze dei genitori che lavorano e che hanno bisogno di orari flessibili.
Interesse della cooperativa è anche quello dell’abitare sociale: attraverso il progetto Casa solidale, evoluzione del progetto Casa in centro e nato in collaborazione con la fondazione bancaria Compagnia di San Paolo, nessuno resta indietro. L’esempio è quello dei padri separati che hanno perso la coabitazione con i figli. A loro offrono spazi condivisi nei quali mantenere il legame familiare: “L’obiettivo è prevenire situazioni di solitudine e disagio, spesso invisibili, creando ambienti misti in cui studenti, giovani lavoratori e genitori convivano in modo naturale”, afferma il vicepresidente. All’interno di queste residenze, il supporto sociale è garantito da operatori che aiutano i più fragili a riacquisire autonomia.

Gli spazi della cooperativa Accomazzi ospitano anche giovani donne vittime di violenza, provenienti da case rifugio o da percorsi protetti: “Inserirle in un contesto abitativo normale, come un pensionato femminile, permette loro di sentirsi come le altre. Non raccontiamo le loro storie in fase di accoglienza, ma spesso sono loro stesse a condividerle con le coinquiline, creando legami solidali straordinari”.
Altro valore fondamentale è quello dell’economia circolare. Nasce proprio da questo il progetto DA CAPO- Vestiamoci di Nuovo. Si tratta di un negozio di vestiti usati, inaugurato nel 2019 e situato nel cuore di Porta Palazzo. Proprio la sua posizione permette, oltre alla vendita e al riciclo di capi, anche esperienze di inserimento lavorativo: “Nel negozio, tramite il laboratorio sartoriale iniziato nel 2020, sperimentiamo percorsi di formazione per donne in condizione di fragilità. Un modo concreto per dare una seconda chance sia agli abiti sia alle persone. E per portare le nostre esperienze sociali dentro contesti di normalità, come un negozio”.

Infine, l’attenzione ai contesti urbani e al welfare di prossimità porta la cooperativa ad agire per la rigenerazione urbana. Grazie all’esperienza maturata nei quartieri torinesi, come quelli di via Arquata, via Dina o San Salvario, Accomazzi rigenera, soprattutto per chi queste realtà le vive ogni giorno. “Ci interessa creare spazi abitativi e relazionali dove le persone possano sentirsi accolte, accompagnate, sostenute”, spiega Biondello. La realtà sociale continua a crescere, mantenendo al centro la sua missione: generare benessere diffuso, costruire comunità solidali, valorizzare ogni persona nella sua unicità. “Non vogliamo essere un’impresa sociale chiusa in un recinto. Vogliamo stare dentro la normalità, per trasformarla. Solo così possiamo creare quei legami di fiducia che durano nel tempo”.