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DigiTo, torna la giornata digitale a Torino

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“Dal contrasto al confronto”. È questo il claim di DigiTo Cultura, l’iniziativa che ha dedicato una giornata al digitale in relazione alla cultura e all’arte, svoltasi il 20 febbraio dalle 10 alle 18 al Toolbox Coworking di Torino. Ideata dall’associazione Noesis, all’interno del progetto Itaca digitale, la manifestazione mira a creare una comunità eterogenea capace di analizzare con sguardo critico gli scenari determinati dalle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata. L’evento è stato patrocinato dal Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Torino e il supporto della Fondazione Piemonte dal Vivo.

Lo sviluppo tecnologico procede a grande velocità, trasformando anche il mondo della cultura e le modalità di fruizione artistica. Creatività, innovazione, nuove modalità trasmissione del sapere sono temi centrali dell’iniziativa, come ha sottolineato da Manuela Lamberti, organizzatrice dell’evento, nell’intervento introduttivo.

Tra i relatori, Enrico Sbandi, giornalista e appassionato collezionista di macchine da scrivere, ha raccontato il progetto realizzato con una scuola media di Gaeta nell’intervento intitolato “L’importanza di essere educati”. Obiettivo: dimostrare che alla base dell’utilizzo delle nuove tecnologie c’è sempre un’esigenza educativa. Anche strumenti vintage come la macchina da scrivere possono aiutare in questo percorso. Gli studenti hanno scritto poesie utilizzando questo dispositivo, sperimentando così una modalità di scrittura alternativa rispetto a quella con carta e penna. “Bisogna superare l’angoscia dell’estrema velocità dello sviluppo tecnologico, che spesso genera sconforto per l’impossibilità di stare al passo”, ha affermato Sbandi. “L’unica via è educare: educare le nuove generazioni a un rapporto sano con le tecnologie”.

Un esempio concreto di come le nuove tecnologie possano ampliare il pubblico e lo spazio di un museo è stato presentato da Filippo Maria Doria, già titolare del corso di teoria dell’architettura contemporanea all’Università tecnica di Delft. “Il Museo urbano digitale nasce dalla volontà di far uscire il patrimonio del Museo civico di Casale Monferrato dalle proprie mura”, ha spiegato Doria. Per questo è stata realizzata una ricostruzione in 3D di alcune opere di Leonardo Bistolfi, scultore simbolista tra Ottocento e Novecento, tutte incentrate sulla figura femminile. Sette installazioni esterne, dotate di una placca con codice QR su una piattaforma fisica, permettono ai passanti di visualizzare le opere in 3D tramite un’app dedicata. “L’obiettivo è creare un museo virtuale nello spazio pubblico della città”, ha sottolineato Doria.

Sempre nell’ambito dei cambiamenti legati allo sviluppo tecnologico nel mondo dell’arte, Matteo Negrin, direttore di Piemonte dal Vivo, ha parlato delle condizioni in cui si trova lo spettacolo dal vivo in Italia. “Ha gli anticorpi per sopravvivere – ha dichiarato –, ma sta ignorando la rivoluzione digitale che è in atto. Nello sviluppo drammaturgico, i dispositivi digitali non solo non vengono contemplati, ma neppure nominati”. Secondo Negrin, il rischio è di “secolarizzare il teatro”, riducendolo a una “rievocazione storica”, privandolo di quella sua caratteristica di essere vivo e contemporaneo. “L’altro problema del teatro – continua Negrin – è legato alla concezione del direttore artistico, visto come unico tramite tra l’arte e il pubblico. Non c’è niente di più lontano dalla rivoluzione digitale, che si basa su un approccio opposto, radicalmente orizzontale, perlomeno in principio”.

Infine ha posto l’accento sull’accessibilità: “Il 15% della popolazione italiana è cieca o sorda. Escludendo altre forme di disabilità, questa fetta di cittadini non ha pieno accesso allo spettacolo dal vivo. Il digitale potrebbe abbattere queste barriere, offrendo esperienze teatrali inclusive”.

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