di Giuseppe Giordano e David Trangoni
Dalle spedizioni postali , alla ricerca delle persone scomparse, fino all’impiego in agricoltura: i droni sono un mercato in rapida espansione. La loro applicazione è stata rivoluzionaria in vari campi, tra cui quello dell’informazione. Giovanni Battista Gallus, esperto di diritto informatico, diritto d’autore e privacy, durante una lezione sul drone journalism al master in giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino considera la legislazione attuale «superata dall’innovazione tecnologica», che, ad esempio, consente il controllo anche a grande distanza e il volo autonomo. «Il nuovo regolamento europeo», spiega a Futura in questa video intervista, «che entrerà in vigore nel 2019, aprirà la porta a un impiego diffuso. Arriveremo al giornalista che utilizzerà il drone al posto della telecamera». Gallus è anche il curatore di uno strumento indispensabile per ogni aspirante pilota di droni: la traduzione adattamento, sulla base della regolamentazione italiana, del “Drone Journalism Lab Operations Manual” di Matt Waite e Ben Kremer, insegnanti all’università del Nebraska – Lincoln.
Affidarsi a veicoli che possono essere comandati a distanza, o programmati in modo da eseguire automaticamente manovre in volo, permette all’occhio elettronico di gettare lo sguardo lì dove, per l’essere umano, sarebbe troppo pericoloso arrivare. Improvvisamente le dirty, dull, dangerous operations (“operazioni sporche, noiose o pericolose”) sono a portata di mano di chi utilizza questa tecnologia.