Oggi, giovedì 30 maggio, presso il teatro della casa circondariale Lorusso e Cutugno, è stato presentato “Articolo 385 – La fuga“. Un gioco da tavolo, da ora in commercio, nato dalla collaborazione tra Torino Factory, l’associazione Sapori Reclusi e la casa circondariale. “Attraverso dei laboratori settimanali tenuti all’interno della struttura carceraria, i detenuti iscritti al Primo Liceo Artistico hanno ideato e realizzato da zero, come attività formativa, un gioco da tavolo che ora vede finalmente la luce, prodotto in migliaia di copie pronte a essere distribuite e vendute su tutto il territorio nazionale”, ha spiegato Massimo Munafò, amministratore delegato di Torino Factory.
“Chiunque, essendo legalmente arrestato o detenuto per un reato, evade è punito con la reclusione da un anno a tre anni”. Questo è ciò che recita l’articolo 385 del codice penale. E proprio da qui nasce “Articolo 385 – La fuga”, un gioco da tavolo creato dagli studenti detenuti che frequentano il Primo Liceo Artistico del Lorusso e Cutugno, in cui l’obiettivo è proprio quello di scappare da un istituto penitenziario. Si tratta di una fuga simbolica, che per le persone che hanno partecipato al progetto ha significato una fuga dalla realtà, ma anche dal tempo, che in carcere a volte sembra non trascorrere mai. “La creazione di un gioco da tavolo vale oro. Per noi il tempo – il modo in cui è impiegato – rappresenta un problema. Riuscire a creare un gioco in cui c’è una parte di me è stata un’iniziativa bellissima, che abbiamo accolto con entusiasmo – ha spiegato Giovanni Mazza, uno degli studenti che ha partecipato al progetto –. L’articolo 385 è quello che riguarda l’evasione. Questo gioco è un modo scherzoso di affrontare una realtà difficile, che è quella del carcere. È una parentesi felice in un mondo triste”.
Il gioco è stato realizzato interamente dagli studenti, che hanno disegnato gli scenari e i personaggi a matita e con i pennarelli. E prende spunto da quella che è la realtà che i ragazzi vivono ogni giorno all’interno della casa circondariale. Anche i personaggi tra cui si può scegliere, in realtà, si rifanno a persone reali, che gli altri studenti detenuti riconoscono. “Se ci avessero lavorato dei grafici esterni, il gioco non sarebbe così realistico e veritiero. Noi questi ambienti li abbiamo vissuti e abbiamo dato un punto di vista personale dell’ambientazione e dei personaggi. Alcuni sembrano dei cliché, ma esistono veramente – racconta Dominguez Mjango Alvaro Alyandro, uno degli studenti detenuti che ha realizzato il gioco –. Finché non abbiamo visto la scatola, questo progetto ci sembrava molto vago. Era qualcosa di personale, ma che non credevamo potesse svilupparsi in qualcosa di materiale. Io ho sempre visto il disegno un hobby. Ma vederlo trasformato in un progetto che può avere anche degli spunti lavorativi mi ha fatto cambiare idea su quello che può essere il mio percorso futuro”.
Bruno Mellano, garante dei detenuti della regione Piemonte, ha posto l’accento sull’importanza di queste iniziative in un contesto spesso difficile come quello carcerario: “C’è un altro modo di evadere dal carcere, che in questo periodo è tragicamente frequente. Ci sono stati 37 suicidi dall’inizio dell’anno. 69 l’anno scorso, 85 nel 2022. Una dinamica di fuga da una realtà che è definitiva. Mi auguro che anche questo gioco, anche l’idea di portare dentro il carcere un progetto di innovazione diverso e originale, che fa vedere quante professionalità, capacità, passioni, quanta umanità c’è dentro queste mura, possa alimentare un’attenzione diversa da parte della politica”.