Torna, il 3 maggio 2024, la Giornata nazionale dell’informazione costruttiva, organizzata dal movimento Mezzopieno e coordinata dal gruppo organizzatore nazionale composto da enti, testate e giornalisti che condividono l’impegno per la diffusione dell’informazione costruttiva e della comunicazione gentile. Una sfida che raccoglie sempre più attenzione, che focalizza l’attenzione del World Press Freedom Day e di cui anche noi parliamo in questa giornata.
Giornaliste e giornalisti, negli ultimi anni, si sono organizzati per proporre “modelli informativi più costruttivi e responsabili che riescano a svolgere l’importante ruolo sociale dei media di informare l’opinione pubblica”, con l’impegno di “limitare le logiche di parte, alleviare la polemica, la sfiducia e la conflittualità”. Un’urgenza particolarmente forte in una stagione in cui l’opinione pubblica italiana e, come nota il Censis, il fatalismo e la sfiducia hanno creato una tendenza negli italiani a vivere da sonnambuli, mentre cresce, anche nel nostro Paese, il fenomeno della news avoidance, cioè la tendenza a evitare di proposito le notizie o almeno alcune di esse, che a livello globale caratterizza ormai oltre un terzo degli intervistati del Digital News Report del Reuters Institute for the Study of Journalism dell’università di Oxford.
Anche il Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università degli Studi di Torino partecipa alla Giornata nazionale dell’informazione costruttiva. Siamo presenti con un intervento in cui parliamo della sfida dell’Impact Journalism: nato dall’esperienza del Solutions Journalism Network, il paradigma dell’Impact Journalism è stato raccolto anche dalle Nazioni Unite e punta a definire un metodo per misurare (e dunque correggere e migliorare continuamente) l’impatto del giornalismo prodotto in diverse aree, con particolare attenzione per i mutamenti ambientali, sociali e culturali in atto. È una sfida che sta coinvolgendo via via sempre più testate come sottolinea il Global Investigative Journalism Network in un articolo a firma di Anya Schriffin e Dylan Groves, due degli autori del paper che nel 2023 ha affrontato e definito il tema.