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Detroit Documenters, un esempio di giornalismo di comunità

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Per coinvolgere chi abita in piccole città è utile costruire una guida al voto, scrivere articoli “how to”, fare interviste ai rappresentanti e fare fact cheking. Anche perché tra i bisogni informativi della comunità ci sono tanto parchi, giustizia ambientale, sanità pubblica e scuola quanto traffico, lavori pubblici, librerie e cultura. Lo dicono da Detroit, ma le richieste sono comuni in tutto il mondo. È il riflesso che arriva dall’evento “Attivismo e local news” al Festival Internazionale del Giornalismo 2024 di Perugia.

Al centro della scena c’è il programma Detroit Documenters, un esempio di costruzione di impegno civico e fiducia nelle notizie locali. Il mezzo sono incontri pubblici aperti ai giornalisti e ai comuni cittadini. Lì si imparano pratiche comuni come l’invio di una richiesta Foia, maneggiare un testo di un Consiglio comunale, fare una verifica delle fonti. Ma è anche possibile integrare laboratori di comunità, trarre idee per nuove notizie e creare workshop sulle singole competenze. E finisce che nasce una sorta di citizen journalism comunitario.

Detroit Documenters collabora con otto media partner e retribuisce regolarmente chi collabora all’interno degli incontri (18 dollari all’ora). Nato a Chicago nel 2016, si è formato una rete multi-local con più di 15 comunità in tutti gli Stati Uniti d’America. E negli anni ha formato circa duemila persone e dato lavoro a oltre cinquemila cittadini per coprire i meeting.

Come racconta Noah Kincade, coordinatore di Detroit Documenters, “emergono problemi reali e diretti che vengono affrontati in gruppo. Per esempio, nella città dell’auto statunitense, Detroit, c’è un evidente problema con i mezzi pubblici. Partendo dal racconto dell’assenza di rampe per le persone in carrozzina, si sono mobilitati 20 documenters che hanno fatto attenzione anche ai fattori ambientali come la pulizia degli autobus, la gentilezza degli autisti e se i mezzi arrivassero in orario”.

Una combriccola di watchdog locali radunati grazie a eventi pubblici. Ma i vari rappresentanti dei governi locali sono intimoriti? “No, sono soddisfatti – spiega Sonam Vashi del City Bureau’s Documenters Network -. Vogliono saperne di più e approvano molto l’engagement che si genera, il quale è fondato più sulla collaborazione che sulla competitività”.

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