L’intelligenza artificiale è nemica o amica? La risposta finale in realtà potrebbe essere: strumento. Charlie Beckett (direttore di Polis London School of Economics), Chris Moran (a capo del settore editorial innovation del The Guardian) e Julie Pace (direttrice di The Associated Press), al Festival di Perugia, si sono confrontati sui vari utilizzi degli algoritmi intelligenti nel campo giornalistico. Dall’incontro con i 3 speaker è emerso come l’utilizzo di un IA faccia risparmiare al giornalista tempo prezioso nello svolgimento delle operazioni più superficiali del suo lavoro.
Beckett attraverso il progetto “Journalism AI Fellowship” ha indagato, attraverso un sondaggio, come l’IA viene usata all’interno delle redazioni. Sono distinguibili 3 tipi di operazioni: raccolta delle informazioni, scrittura delle notizie e distribuzioni di quest’ultime. Indipendentemente dall’uso che se ne fa resta sempre centrale la figura umana.
All’interno di Associated Press Julie Pace ha raccontato di come l’intelligenza artificiale sia già in uso da più di 10 anni. “Il giornalista non è stato cancellato – ha detto lei -. Con meno compiti e più tempo a disposizione, chi lavora per noi può dedicarsi alla vera natura di questa professione: la curiosità per ciò che accade”. Un esempio di semplificazione è stato fornito da Chris Moran che ha mostrato due tool artificiali in fase di sperimentazione nella redazione del The Guardian: GuiLLemot e PuLLm. Il primo è sicuramente il più interessante nella relazione lavoro-tempostiche. Utilizzabile come estensione di Google Chrome permette di creare un efficace attacco di un articolo, in base alle tematiche di cui parla. Ciò che stupisce di questo tool è l’adattabilità agli argomenti. Le proposte variano non solo nelle parole, ma anche nel tono, sia seriose che giocose e ironiche. “Questi strumenti sono degli esperimenti e incoraggiamo tutti a utilizzarli e giocarci, per comprenderne le potenzialità” ha concluso Moran.
L’altro aspetto apparso centrale è come l’AI Journalism deve comunque mettere davanti il lettore. La prima funzione delle intelligenze artificiali è quella di permettere al pubblico una ricerca semplificata ed efficace delle notizie e degli articoli. Associated Press può vantare “Merlin”, un tool di “ai generated research”. I risultati che vengono mostrati sono molto più puntuali e specifici. “La ricerca foto è l’aspetto migliore – dice Julie Pace -. Dove altri siti danno zero risultati, Merlin riesce a trovare il file preciso in linea con la richiesta dell’utente”.
La speranza generale dei tre speakers è che in un prossimo futuro l’IA diventi di buon uso comune. Le applicazioni esistono e portano vantaggi generali sia ai media che al pubblico. Il passo successivo, secondo Beckett, sta nell’uso razionale di questo strumento, che non è una scorciatoia per avere più tempo libero, ma una spinta all’efficienza e alla qualità dentro una redazione giornalistica.