La bioeconomia circolare arriva al Grattacielo della Regione per un evento dedicato allo sviluppo sostenibile del Piemonte, che punta a mettere sempre più al centro del suo sistema la circolarità. Questo il tema dell’incontro che si è svolto ieri al Grattacielo della Regione, un appuntamento pensato per fotografare quanto è stato fatto e immaginare quanto ancora c’è da fare. Obiettivo: tracciare i prossimi passi per un futuro sempre più sostenibile, rivolgendo però uno sguardo al passato per una maggiore consapevolezza.
“Nel 2021 la massa dei prodotti realizzati dall’uomo ha superato la biomassa della natura – ha spiegato Catia Bastioli, Presidente di SPRING e amministratrice delegata di Novamont -. Solo nel 1960 la massa dei prodotti realizzati dall’uomo rappresentava il 10%. La situazione è decisamente peggiorata, ecco perché è urgente e necessario immaginare uno sviluppo sostenibile in una logica non più lineare, ma circolare”. Fabbisogno di materie prime, inquinamento, risorse rinnovabili che non bastano: tutto questo impone una riflessione. “Dobbiamo migliorare, imparare a fare di più con meno” sottolinea Bastioli facendo riferimento ad ogni comparto della produzione di beni e servizi.
Ed ecco che con questo approccio in Piemonte già qualcosa è stato fatto. La Regione ha messo in campo politiche e misure per sostenere la transizione con la Strategia di Specializzazione intelligente. Nel periodo di programmazione dei Fondi europei di sviluppo regionale (FESR) 2014-2020 è stata finanziata la Piattaforma Tecnologica Bioeconomia che ha costituito un unicum a livello europeo. Con questa piattaforma sono stati finanziati 9 grandi progetti per un totale di circa 60 milioni di euro di investimenti realizzati con un contributo regionale di circa 29 milioni di euro. Progetti d’innovazione rivolti anche all’agricoltura, con un contributo di 15 milioni arrivato dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per un totale di 15 milioni di euro. “L’economia biocircolare è un processo che coinvolge pienamente l’agricoltura, a partire dal risparmio delle risorse al riuso dei prodotti, all’utilizzo di energia pulita e quindi di biogas e biomasse, che a loro volta rimandano alla difesa dell’ambiente e della biodiversità, oggi temi di interesse globale” ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa.
“Si stima in 7,8 miliardi di euro il valore aggiunto delle misure della Bioeconomia nella nostra regione – ha affermato Angelo Robotto, direttore di Ires Piemonte – pari al 6,3% del valore aggiunto totale”. Una regione quinta in Italia per i progetti e i finanziamenti, che si posiziona in classifica solo dopo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana.Si stimano inoltre circa 123mila occupati, pari al 6,5% del totale regionale. “La stima si basa su una perimetrazione piuttosto ampia che comprende agrifood, industria del legno e della carta, chimica e farmaceutica biobased, bioenergia, ciclo idrico e trattamento dei rifiuti organici – aggiunge Robotto – per quanto riguarda la composizione settoriale, in Piemonte (e al Nord) prevale la componente manifatturiera. La composizione settoriale varia sensibilmente da regione a regione, in funzione del mix della sua economia e della sua natura più o meno rurale”.
Adesso si pensa al futuro, indicando una sempre maggiore collaborazione tra istituzioni e ricerca, enti di formazione e istruzione, aziende in primis per scardinare logiche che hanno guidato le produzioni nei decenni passati. L’obiettivo è quello di diffondere una cultura sempre meno “dello scarto”, per trasformare in risorsa ciò che troppo spesso si presenta come veleno per l’ambiente e, alla fine del ciclo, anche per l’uomo.