Giovani e Torino. E soprattutto incontro, educazione e formazione. La città parla ai ragazzi e apre un dialogo su svantaggi e vantaggi delle nuove tecnologie. Ieri, in mattinata è andato in scen l’evento Feedati di me! alla Cavallerizza Reale, organizzato da Unito. Un convegno dedicato alla cultura dell’infanzia e dell’adolescenza, che ha coinvolto esperti di diversi settori con un unico obiettivo: parlare alle giovani generazioni di comunicazione e educazione, in un mondo che cambia a ritmo di click. Circa un centinaio gli alunni presenti, provenienti da diversi istituti torinesi e differenti indirizzi. Un momento dedicato al tema della relazione comunicativa, che oggi affronta una rivoluzione digital tutta social, tra risorse e rischi.
La media education è il motore che produce modalità di azione nei luoghi delle istituzioni, della formazione e della ricerca, grazie a una tendenza legata alla necessità di rivedere modalità legate alle nuove forme di lettura e scrittura, all’approccio critico a testi e immagini, alla capacità di scelta e di costruzione della cittadinanza digitale.
“L’aspetto tecnologico è alla base del cambiamento – ha spiega Andrea Piccioni, dell’ufficio scolastico regionale, facendo un salto nel passato della vicenda umana -. Un excursus storico: quello che sta succederono oggi è sempre successo, a partire dalla scrittura. Si è trattato di una nuova tecnologia, che ha richiesto alle persone di adattarsi. In questo contesto, oggi come nei momenti di trasformazione, è fondamentale utilizzare i nuovi strumenti ponendosi una questione etica: possono garantire una sopravvivenza oppure diventare un’arma. Questo vale dai social fino all’intelligenza artificiale”.
Presenti anche la direttrice di RaiPlay, Elena Capparelli, che si è concentrata sugli ultimi anni di cambiamento, dalla rivoluzione del streaming fino alle necessità del settore. In seguito, focus sui social e legalità, con un’analisi dedicata a azioni e conseguenze, con una prospettiva incentrata sulla prevenzione. E soprattutto a un uso il più sano possibile dei social network, sempre più difficile per i ragazzi.
I dati sono stati raccolti dall’Osservatorio sulle tendenze e comportamenti degli adolescenti affermano che i ragazzi passano in media 7 ore al giorno sul web, ma c’è anche chi arriva a 13 ore. Il 94% utilizza Internet per parlare con gli amici, il 58% per noia, il 56% per studiare, il 69% per guardare film in streaming e ascoltare musica, il 44% per giocare online, il 24% per guardare i siti porno e il 6,4% per il sexting. Fra le insidie “il cyberbullismo di cui è vittima il 6,3% degli adolescenti (il 18,6% dichiara di subire episodi di bullismo tradizionale).
In più, le ultime vicende legate all’intelligenza artificiale suggeriscono uno sforzo congiunto tra le parti, allo scopo di evitare un disegno frammentato. Nel tempo, seppur con impegno e applicazione, la media literacy non ha ancora trovato una prassi sistematica e sistemica che ci possa restituire informazioni e dati utili per gli anni a venire e di concepire il concetto di metaverso e di immersività nel modo più adeguato e vantaggioso possibile. Ma parlarne, aprire un dialogo con le nuove generazioni, rappresenta sempre un inizio importante.