“Ha vinto un’offerta chiara di campo, non costruita solo per le elezioni. Ho fatto i complimenti a Marco Marisilio per la rielezione in Abruzzo. Lui mi ha risposto: ‘Ora tocca a te’”. È soddisfatto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dopo il voto abruzzese che ha sancito la vittoria del centrodestra di governo. Cirio parla a margine dell’evento per i dieci anni del museo della Reale Mutua e spiega che i risultati delle urne di domenica 10 marzo, sono “una conferma di quanto avevo commentato dopo le elezioni in Sardegna in cui spiegavo che era un dato sui generis ma comunque manteneva una componente di centrodestra largamente maggioritaria sulle liste. Le difficoltà scontate erano di natura molto locale”.
E il governatore aggiunge: “Il centrodestra non è in affanno, questo voto lo dimostra. Il successo in Abruzzo dimostra il buon governo di Marsilio e che le persone contano. Il centrodestra continua ad essere la maggioranza ampia nel Paese che smentisce qualcuno che aveva fatto diventare il voto un referendum nazionale”.
Ma è soprattutto sui voti ottenuti da Forza Italia, terza forza politica in Abruzzo, sopra Lega e Movimento 5 Stelle, che Cirio non nasconde la sua soddisfazione: “Sono contento perché Forza Italia sfiora il 14%. Confermiamo così la crescita del partito che sentiamo tra la gente e il rafforzamento della componente moderata del centrodestra”.
Sulla legge anti-Askatasuna
Cirio risponde anche sulla discussa norma anti-Askatasuna. Dopo che il Pd ha accusato l’assessore regionale al Welfare, Maurizio Marrone, di aver inserito un emendamento con un comma dedicato ai beni comuni per proibire il percorso di regolarizzazione con gli occupanti, e di averlo fatto all’insaputa del governatore, Cirio spegne ogni ipotesi di divisione interna alla sua maggioranza: “Io faccio il governatore – afferma – l’assemblea legislativa fa le leggi e Marrone non ha fatto né un decreto né un’ordinanza. Ha solo proposto un emendamento votato dall’assemblea. Nel merito, non ci vedo niente di estremista. I beni di tutti sono di tutti e quelli occupati abusivamente non vanno premiati ma vanno messi nelle condizioni di rispettare le leggi, è una scelta di buon senso”. Poi punzecchia l’opposizione: “Non ci vedo niente di male, tranne che quel che qualcuno vuol costruire in vista delle elezioni tra due mesi”.
Mortalità delle imprese piemontesi
Dal clima da campagna elettorale a una dichiarazione sulla mortalità delle imprese piemontesi. Secondo i dati di Infocamere, negli ultimi 10 anni a Biella hanno chiuso oltre 3000 imprese, a Cuneo 6.733 attività e a Vercelli 2.325. “Bisogna guardare anche quelle che aprono – commenta Alberto Cirio -. L’industria aerospaziale è passata in due anni da 20mila occupati a 38mila sul territorio. A testimonianza come i numeri dimostrino che il settore produttivo piemontese è sano e sa ricollocarsi. Il Piemonte è sempre stata maglia nera d’Italia, per la prima volta cresce di più rispetto alla media nazionale. Torino è provincia cresce più della media piemontese”.