Cgil Piemonte e Cgil Torino scendono in presidio sotto il Consiglio regionale per protestare in difesa della legge 194 e contro la scelta di destinare risorse pubbliche ad associazioni che portano avanti attività anti-abortiste dentro gli ospedali. La protesta arriva dopo l’annuncio dell’assessore regionale alle politiche sociali Maurizio Marrone, che intende raddoppiare i soldi messi a disposizione lo scorso anno al fondo “Vita Nascente” per arrivare alla cifra tonda di 1 milione di euro.
L’assessore ha detto che, nel 2023, il fondo ha permesso di supportare 478 donne. Per seguire ognuna di queste donne però, fa notare Federica Sanna – portavoce delle Democratiche di Torino – i soldi a disposizione sono stati soltanto poche centinaia di euro. Su questo è intervenuto oggi anche il consigliere regionale del Partito democratico Diego Sarno, facendo notare che “se quei fondi fossero stati messi al servizio dei consultori, ci sarebbe stato il triplo del sostegno, anche solo in termini numerici, rispetto a quello che è stato fatto”. Per questo il Pd presenterà un emendamento in Consiglio per destinare il milione di euro annunciato al servizio pubblico.
Secondo Anna Maria Poggio, della segreteria regionale della Cgil, è sbagliato dare soldi pubblici ad associazioni private quando è possibile sostenere i consultori. Ciò che serve è altro: “Sostenere la maternità e la famiglia significa investire nei servizi pubblici: più asili nido, con rette agevolate soprattutto per le famiglie che hanno difficoltà economiche; significa sostenere i congedi parentali, ad esempio fare sì che anche il congedo di paternità diventi obbligatorio in modo che ci sia una vera condivisione del lavoro di cura all’interno delle famiglie”. Sulla questione della legge 194 invece Poggio insiste: “Rivendicare la libertà di scelta significa lasciare le donne libere di scegliere se fare o non fare figli. Nessuno può imporre questa scelta che è una scelta importante, impegnativa”.