Torino spinge per agevolare il deposito delle dichiarazioni di trattamento sanitario nel caso di incapacità di intendere e volere. Con una proposta di mozione il Consiglio comunale punta sulla prossimità per andare incontro ai più fragili intenzionati a rilasciare il testamento biologico. Un servizio in partenza da primavera garantito almeno una volta al mese al quale l’assessore ai Servizi demografici, Francesco Tresso, intende integrare sportelli comunali polifunzionali che diano maggiore accessibilità alle informazioni e semplifichino i procedimenti amministrativi come la prenotazione della carta d’identità.
Nato la scorsa estate dall’incontro in Circoscrizione 8 fra Partito democratico, Associazione Luca Coscioni e la Lega Spi Cgil di Lingotto, l’atto impegna la Città di Torino “ad introdurre la possibilità per i cittadini e le cittadine impossibilitati ad allontanarsi dal proprio domicilio di consegnare all’ufficio competente le Dat prenotando apposito appuntamento presso il proprio domicilio o, in alternativa, di trasmettere le Dat all’ufficio di stato civile attraverso una videoregistrazione”.
Legge e numeri
Il riferimento normativo è la legge n. 219 del 2017, in vigore dal 2018, che prevede come chiunque possa indicare quali trattamenti sanitari vuole accettare o rifiutare in previsione di un’eventuale incapacità di autodeterminazione e di esprimere in modo autonomo il proprio consenso informato.
Secondo gli ultimi dati dell’Associazione Luca Coscioni – aggiornati a fine 2022 -, il Piemonte è la terza regione italiana per numero di Dat consegnate, dietro a Lombardia ed Emilia Romagna. Sono 18.750 in tutto, pari a uno ogni 161,26 abitanti. “A Torino la media è anche superiore – spiega Davide Di Mauro dell’associazione –, ma sono numeri bassi perché la legge è ancora poco conosciuta. Con questo atto il Comune di Torino si fa capofila di un’iniziativa che vogliamo espandere e auspichiamo che sia votato all’unanimità a prescindere dagli schieramenti politici”.
Reazioni
“Si tratta di un passo avanti importante per le persone più fragili – dice la vicepresidente del Consiglio comunale, Ludovica Cioria -. Il Paese è più avanti rispetto a molte maggioranze politiche sul tema del fine vita e della libera scelta. Da parte nostra metteremo a disposizione il nostro lavoro perché possa essere applicabile a più enti locali possibile”. La capogruppo dem Nadia Conticelli aggiunge che “è una questione di dignità della persona e consapevolezza”.
Oggi comunque gli uffici di stato civile del Comune hanno un nucleo di accertatore anagrafico che si recano a domicilio per il ritiro e la consegna di una serie di documenti. Tra questi non era previsto il testamento biologico. In Sala Rossa, il capogruppo di +Europa e Radicali comunale, Silvio Viale, ha già preparato emendamenti dedicati al tema. Il suo obiettivo è spingere la Regione a discutere la proposta di iniziativa popolare sul suicidio assistito entro fine legislatura.