Il 2023 non si è ancora concluso ma l’aeroporto di Torino Caselle tra poco supererà il record annuale di traffico. È stato un anno di crescita, caratterizzato da una serie di traguardi positivi. In primo luogo il recupero post Covid è stato superiore alla media del settore, anche grazie all’arrivo dei turisti stranieri, pari a 1 milione e 343 mila negli ultimi 12 mesi. Un dato che, se confrontato con il 2019, è in crescita del 72%. Nei primi 9 mesi dell’anno l’aeroporto non solo ha recuperato il traffico pre-pandemico, ma ha visto un incremento positivo del 15,7% rispetto a una ripresa nazionale dell’1,6% e a una contrazione europea del 3,9%. Secondo Andrea Andorno, amministratore delegato di Torino Airport, «la situazione è molto positiva. Torino è tra i primi cinque aeroporti di grandi dimensioni in Italia in termini di ripresa post Covid».
A questo traguardo positivo si sommano altri due record di traffico. Il mese di ottobre 2023, con 395.240 passeggeri trasportati, è stato il miglior ottobre di sempre e ha chiuso una stagione summer che ha contato 2,8 milioni di passeggeri. È la miglior summer in assoluto, in crescita del 25% rispetto all’estate 2019. Novembre non si è ancora concluso, ma si sa già che stabilirà un record. Grazie ai numeri positivi di ottobre e novembre, nei prossimi giorni si supereranno i 4,2 milioni di utenti, che era il numero raggiunto nei 12 mesi del 2022.
Chi sono i turisti
Andando al di là dei numeri sterili, è interessante indagare chi sono i passeggeri del 2023. Dal 2019 l’aeroporto acquisisce big data utilizzando la geolocalizzazione, effettuata sempre in modo anonimo. Grazie a questo sistema è possibile acquistare i movimenti delle sim telefoniche sul territorio, conoscendo il profilo del passeggero e analizzandone la provenienza. «Abbiamo identificato i residenti della zona e poi visto le sim in arrivo e la conseguente nazionalità. Questa tecnologia ci permette di sapere da dove arrivano i turisti che fruiscono del nostro aeroporto», spiega Andorno. L’utilizzo dei big data ha permesso di avere un quadro chiaro: la composizione del traffico è cambiata perché sono aumentati gli stranieri. In particolare, nel periodo pre-pandemia il 58,4% era outgoing (cioè residenti tendenzialmente piemontesi che lasciano il territorio) e il 41,6% incoming (residenti all’estero che arrivano in regione), negli ultimi 12 mesi i passeggeri incoming rappresentano, anche se di poco, la maggioranza del traffico con il 50,2%, e con una prospettiva di ulteriore crescita. Nella stagione winter 2018/2019 i passeggeri dall’estero erano stati 421 mila. Quel numero nella stagione winter 2022/2023 è cresciuto toccando i 625 mila passeggeri, con una crescita del 48,5%.
Nell’estate appena passata sono stati 718 mila i turisti arrivati all’aeroporto di Caselle. Il numero è quasi doppio se confrontato al dato dell’estate 2019, che aveva contato 361 mila viaggiatori stranieri. Grazie al sistema dei big data, è possibile sapere con precisione il Paese di appartenenza, questo elemento permette di dire che il primo Stato per numero di turisti in arrivo è la Gran Bretagna (301 mila). Al secondo posto c’è la Spagna (176 mila), seguita dalla Francia (66 mila).
La crescita è stata sostenuta da un consistente piano di investimenti negli ultimi due anni, pari a 15 milioni di euro. Gli interventi hanno riguardato sia il miglioramento dell’esperienza del passeggero in aeroporto, ad esempio con l’installazione di una nuova macchina radiogena che permette di non separare liquidi e device tecnologici dal bagaglio a mano, sia puntando sulla sostenibilità ambientale, con la costruzione del più grande impianto fotovoltaico su un aeroporto in Italia e l’utilizzo di mezzi elettrici sulla pista e sui piazzali.
La sfida per il futuro
È interessante notare che l’afflusso di turisti non sia unicamente legato ai grandi eventi ospitati dalla città di Torino, come le Atp Finals. «Gli eventi sono fondamentali per la città, ma è importante che le persone vogliano venire a Torino e in Piemonte anche quando non ci sono. E questo è accaduto», dice Andorno.
Come ha sottolineato anche Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e Piemonte: «Il fatto che la maggioranza del traffico abbia riguardato l’incoming denota la sempre maggiore capacità di attrazione della nostra città. E ciò anche in periodi “normali”, cioè non caratterizzati da particolari avvenimenti». La sfida futura sarà vedere se, accanto alle consolidate vocazioni legate agli affari e al turismo invernale, l’amministrazione e servizi come quello aeroportuale, riusciranno a rimanere attrattivi così da far diventare Torino sempre di più una città da visitare in qualsiasi mese dell’anno.