Il battito del cuore, una voce, la protezione del contatto fisico. Tutto ciò è fondamentale per un neonato: la presenza o meno di questi elementi può condizionare non solo il suo sviluppo, ma persino il suo comportamento quando sarà adulto. “Ecco perché è fondamentale che ci sia un contatto fisico fin dall’inizio” spiega Patrizia Savant Levet, direttrice del reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Maria Vittoria di Torino. “E in particolar modo – aggiunge – quando si parla di nascita pretermine”.
In Italia sono 32mila i bimbi che vengono alla luce prima della 37^ settimana. Rappresentano il 7% delle nascite e alcuni di loro hanno bisogno di cure adeguate per sopravvivere o per ridurre le possibili disabilità future. Ci sono le complicazioni, poi il ricovero. Alcuni dei nati prima dei nove mesi hanno bisogno di un sostegno per respirare, altri trascorrono diverso tempo in un’incubatrice. E in questi casi non sempre i genitori riescono ad essere costantemente presenti in reparto, per un motivo o per l’altro. Il contatto fisico però rimane una necessità. E così intervengono gli operatori sanitari e i volontari e le volontarie dell’associazione “Le coccole di mamma Irene”.
Curare e prendersi cura non è proprio la stessa cosa. Lo racconta la direttrice di reparto Savant Levet, ne è certo chi quotidianamente fa visita ai piccoli in ospedale. I membri attivi dell’associazione sono circa una sessantina e quando si recano al Maria Vittoria tengono in braccio i bambini, parlano con loro, se li coccolano. Un progetto che sottolinea l’importanza del calore umano. E che nasce da un dolore. “Le coccole di mamma Irene” è stata creata nel 2018 con la volontà di ricordare Irene Settanta. Aveva 31 anni ed era all’ottavo mese di gravidanza. Poi un’improvvisa emorragia celebrale, la corsa in ospedale, il trasferimento in un’altra struttura, il parto cesareo d’urgenza. Sua figlia, Emma Maria, si è salvata, ma per lei non c’è stato nulla da fare. La bambina è nata prima del tempo e ha vissuto i primi mesi di vita in ospedale, circondata dall’affetto del papà Oscar Palladino e della zia Carmen Settanta. In un momento di sofferenza, Oscar e Carmen si sono guardati intorno e hanno notato che molti bambini non avevano la possibilità di ricevere il contatto del quale avrebbero avuto bisogno. Così hanno deciso di darsi da fare, per ricordare Irene e per contribuire alla crescita di tutti quei bambini che hanno iniziato la loro storia con qualche complicazione.
In occasione del 12 giugno, data del compleanno di Irene Settanta, l’associazione ha presentato le sue attività al Grattacielo della Regione Piemonte. I volontari hanno spiegato come la loro realtà sia cresciuta di anno in anno, non solo perché il numero delle ore in ospedale sono duplicate. Nel 2020 si aggiravano intorno alle 300, quest’anno (fino ad oggi) sono oltre 600. Sono aumentati i sostenitori, i volontari e in particolare le richieste di partecipazione. “Quasi 4mila persone hanno chiesto di entrare a far parte del progetto – spiega Carmen Settanta –. Non è stato possibile dire di sì a tutti, ma il solo fatto che così tante persone si siano interessate ci ha riempiti di gioia”. Ogni iniziativa viene attuata con il consenso dei genitori dei bambini e i volontari sono altamente formati. Devono seguire corsi specifici prima di entrare in reparto e si incontrano diverse volte alla settimana. Il cuore del progetto riguarda la presenza fisica dei volontari in ospedale, ma anche le donazioni rappresentano un nodo importante. In questi anni sono stati devoluti 15mila euro per Kevin, bimbo nato con una grave malformazione e successivamente operato in Florida. Altri 16mila euro sono stati raccolti per l’acquisto di macchinari ospedalieri, 5mila per l’emergenza covid. È stato fatto tanto. Per questo motivo il prossimo anno si potrebbe festeggiare la “Giornata delle Coccole”. Una promessa che l’assessora Caucino ha fatto questa mattina all’associazione, ringraziando dell’operato e dell’impegno che queste persone dimostrano ogni giorno.