Torino si scopre una città attraente verso l’estero: crescono infatti le imprese di persone “straniere”, ma calano le imprese di cittadini italiani. Sono gli ultimi dati presentati oggi, 6 giugno, alla Camera di commercio. Continuano anche ad aumentare le posizioni imprenditoriali straniere e a scendere quelle Italiane.
I dati presentati oggi dalla Camera di commercio mostrano una Torino sempre più multietnica. Sono infatti più di 31mila le imprese straniere nel torinese, il 14 per cento del totale. Una percentuale ancora maggiore nel territorio del capoluogo: 2 su 10 sono le imprese “straniere”. Ammontano invece a 41mila le posizioni imprenditoriali rivestite da persone nate all’estero.
“Siamo orgogliosi di questi numeri – spiega Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino –. Credo che la presenza straniera sul territorio sia una grande opportunità di crescita. La soluzione del problema sociale passa anche attraverso la possibilità di avere un nuovo impiego e mettere a frutto nuove opportunità. La crescita economica è essenziale per favorire l’integrazione”.
Il progetto Futurae
Proprio per sviluppare e consolidare l’imprenditoria migrante e favorire una crescita inclusiva, è stata lasciata la seconda edizione del progetto Futurae, iniziativa finanziata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – fondo Politiche migratorie e promossa da Unioncamere italiana. “La prima tornata, lasciata nel 2019, ha dovuto affrontare i mesi più duri della pandemia – dice Fabio Pizzino, coordinatore nazionale del progetto Futurae per Unioncamere italiana –, ma ha contributo in modo decisivo al sistema di integrazione e a connettere le camere di commercio con i territori”. Il progetto, di portata nazionale che coinvolge altre cinque camere di commercio in Italia, è destinato a cittadini e cittadine stranieri o persone con background migratorio, comprese le seconde generazioni, senza limiti di età, anche occupate, regolarmente presenti in Italia e motivate a un percorso imprenditoriale e di auto-impiego, lavoro autonomo e da questa edizione anche libera professione.
“Grazie al progetto abbiamo conosciuto tante realtà di appoggio – dice Laura Marello, responsabile del settore nuove imprese e orientamento al lavoro –. Ciò rappresenta valore aggiunto e scambio reciproco. Il progetto, inoltre, prevede un focus sull’imprenditoria femminile”.
Sono tante le storie di persone di origine straniera che nel Torinese hanno avuto la possibilità di realizzarsi e avere successo. È il caso di Redouane Mouhafid e Gerardo Sanchez. Il primo è titolare della pizzeria Granaja a Banchette di Ivrea, il secondo proprietario del negozio “Al Chile LaBoutique”, di Torino.