È stato un mese di maggio eccezionale per alcune zone del Piemonte. Dopo la perdurante fase siccitosa, che si è prolungata per più di due anni, la pioggia è tornata protagonista già da inizio mese. Ma da manna dal cielo, in alcune zone è diventata un problema. La persistenza di un blocco atlantico tra l’Oceano e la Penisola Scandinava ha determinato condizioni di instabilità e talvolta perturbate “senza via d’uscita” sul Mediterraneo, responsabili, tra l’altro delle rovinose alluvioni in Emilia-Romagna, e condizioni molto siccitose in Francia, Germania e Polonia. Un effetto diretto del cambiamento climatico, che sta determinando una maggiore lentezza delle onde planetarie, le cosiddette onde di Rossby.
Sul territorio piemontese, la persistenza delle correnti orientali, tipiche delle fasi cicloniche, ha portato precipitazioni ingenti sui territori pedemontani e di bassa valle delle Province di Cuneo e Torino, con particolare riferimento alle valli Pellice, Infernotto, Po, Varaita, Grana, Vermenagna, Pesio e a quelle monregalesi. A Barge, nel solo mese di maggio, sono scesi 677,6 millimetri e a Pradeboni 611,6. Quantità che di solito si registrano in sei mesi. Il peggioramento, verificatosi tra il 19 e il 21 maggio, nel settore pedemontano alpino ha provocato — si legge sul rapporto dell’Arpa Piemonte — “alcuni crolli che hanno determinato l’interruzione di alcune strade provinciali e comunali e la chiusura temporanea di alcuni tratti in via precauzionale.” Alcuni torrenti hanno superato il livello di guardia, in particolare Varaita, Tanaro, Ellero, Corsaglia e Pesio. Il Ghiandone ha sfiorato il livello di pericolo a Staffarda, esondando nel territorio di Barge.
Ma non è stata solo la pioggia protagonista del mese di maggio, anche la grandine ha colpito in modo significativo. Il 10 una violenta grandinata ha imbiancato la pianura tra Cardè e Moretta, causata da una supercella temporalesca, una formazione convettiva responsabile dei fenomeni tornadici. Il 24 maggio la pianura compresa tra Cuneo e Torino è stata di nuovo colpita da un forte episodio grandinigeno, con danni ingenti alle colture, allagamenti e disagi. La notte tra il 24 e il 25 un nubifragio ha segnato un record anche ad Asti città. Secondo la pagina Dati meteo Asti, sono caduti 103 millimetri in due ore: “Da quanto esistono in città rilevazioni pluviometriche puntuali (1914) mai un temporale aveva scaricato una tale quantità d’acqua in così poco tempo e in nessuna occasione l’accumulo di pioggia in una singola giornata aveva superato la soglia dei 100 millimetri”. La sera del 27 maggio, un sistema convettivo a mesoscala ha interessato prima il Canavese, e poi si è portato verso sud fino al Cuneese, provocando, anche questa volta, grandine e forti raffiche di vento. Il mese si è chiuso il 31 con un nubifragio tra la notte e l’alba nei comuni di Magliano Alpi e Trinità, che ha provocato diffusi allagamenti e la chiusura della tratta ferroviaria tra Fossano e Mondovì.
Il mese di giugno inizierà ancora all’insegna dell’instabilità.