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Il filo del destino: Toro, United, Chapecoense

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Paolo Quaregna, autore di “Granata rosso e verde”, ed Eraldo Pecci, regista titolare del Torino nello scudetto del 1976

“Il Toro è un modo di vivere, non di vincere”, dice Eraldo Pecci, che ricorda le 14 su 15 partite in casa vinte nell’anno dello scudetto del 1976. La quindicesima era destino che il Torino la pareggiasse perché la sofferenza, con quella maglia, è abitudine: “Alla beffa finale noi avevamo fatto il callo”, ricorda Pecci. Ma quella volta no: è bastato un 1 a 1 con il Cesena per vincere il campionato, complice la contemporanea sconfitta della Juventus. Pecci è stato uno dei protagonisti di quella conquista, regista titolare della squadra in grado di vincere tra le mura amiche 29 partite su 32 in due stagioni. Il regista torna a oggi: “Non possiamo vincere sul piano dei risultati, ma su quello della storia sì”.

“Alla fine ti rendi conto che vale la pena anche quella sofferenza, è incredibile”, spiega Pecci, ospite alla presentazione di “Granata rosso e verde” per il Salone del Libro. L’autore Paolo Quaregna racconta le tragedie aeree della storia che hanno accomunato tre squadre: il Toro a Superga nel 1949, il Manchester United a Monaco nel 1958 e lo Chapecoense a Medellin nel 2016. “Morire per una sciocchezza”: Pecci e Quaregna, due grandi registi in campi diversi, approfondiscono la storia di tre cadute e di tre risalite.

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