La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

I ragazzi e le ragazze rivendicano la loro fragilità

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Un mese fa gli studenti e le studentesse del liceo Berchet hanno inviato una lettera a molti giornali – ripresa subito dal Corriere della Sera – in cui chiedevano ascolto per le loro fragilità. Una richiesta d’aiuto al mondo della scuola che in parte è stato accolta ma che aspetta ancora di essere pienamente presa in carico.

Al Salone del Libro rappresentanti di alcune scuole e delle consulte di Torino e Milano si sono confrontanti con lo psicologo Matteo Lancini e la giornalista e nuova direttrice del Salone Annalena Benini sul movimento che si è creato dopo la diffusione di questa lettera. I ragazzi e le ragazze pensano di non aver detto niente di nuovo ma sanno di aver avuto il coraggio di tirare fuori queste problematiche. C’è una consapevolezza diffusa nella loro generazione che chiede ascolto, non meno cose da studiare. Il problema è in un sistema scolastico, un mondo degli adulti, che non è in grado di accogliere queste istanze ed è bloccato nella credenza che lo stesso sistema di decenni fa sia attualmente ancora valido, e se ce l’hanno fatta gli adulti, perché i ragazzi di oggi non dovrebbero.

È un mondo che, dice Matteo Lancini – psicologo, psicoterapeuta e docente all’Università Cattolica e alla Bicocca – si rifugia in risposte semplicistiche: il bullismo, la pandemia, la dad. Ecco perché forse qualcosa che serve sempre più è un’attenzione psicologica per i “grandi”, perché siano ascoltati e capiscano l’importanza di riconoscere e legittimare la fragilità. Questo, conclude Lancini, “è un problema di senso, non di carico di studio”.

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