“Famiglia è chi famiglia fa”, dice il volantino. È così facile come principio che, come si suol dire, lo capirebbe anche un bambino. E sono proprio i più piccoli, raccolti nel giardino Pellegrino di Torino, che sanno spiegare senza troppe parole il senso della Festa delle famiglie che l’Associazione famiglie arcobaleno organizza annualmente in varie piazza d’Italia. Scorrazzano per il parchetto, urlano di felicità al formarsi delle bolle di sapone giganti, si alternano sulle altalene spinte da nonne, zii, genitori, amiche. Sembrano bambini proprio come tutti gli altri, ma hanno meno diritti.
L’Italia è uno dei pochi Paesi, insieme a Polonia e Ungheria, ad aver accantonato il regolamento dell’Unione europea che intendeva omologare a livello comunitario lo status dei figli delle coppie omogenitoriali. Il regolamento prevedeva il riconoscimento dei loro diritti e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. Anche Torino ha dovuto adeguarsi alle indicazioni del governo: a marzo, al sindaco Lo Russo è arrivata una lettera del Prefetto che gli ingiungeva di interrompere le registrazioni all’anagrafe dei figli che hanno due mamme, se non voleva violare la normativa nazionale. “Sono molto amareggiato”, aveva commentato Lo Russo, “si tratta di una discriminazione”.
Il sindaco si è visto costretto a dare seguito alla volontà del Ministero degli Interni, ma la sua amministrazione si è fatta capofila di una iniziativa con i tanti sindaci che chiedono di applicare la linea prevalente in Europa.
Lo Russo ha così invitato i sindaci d’Italia a creare un momento di confronto, un “laboratorio”, per avanzare una proposta al governo centrale. L’appuntamento è venerdì 12 maggio, al Teatro Carignano alle 10,30.
Scontate le critiche da destra, un po’ meno le perplessità dal mondo Lgbtqia+: da Agedo Torino, associazione delle famiglie omogenitoriali, non si registra grande sintonia con l’amministrazione in carica a Torino, quanto una certa nostalgia per la giunta Appendino. Che però, va detto, si confrontava con un governo amico e che comunque non ha osato cambiare le norme per rendere legge la registrazione dei cosiddetti “genitori sociali” nelle coppie omogenitoriali.
Una portavoce di Agedo che preferisce non essere citata per nome dice che Agedo chiede alla Giunta di Torino di “osare di più”. E aggiunge: “Vista la circolare del prefetto o c’è disobbedienza o vediamo quali sono le mosse possibili. Noi siamo sempre a fianco delle famiglie”.